Cerami – Petralia Sottana

Tappa 95: Cerami – Petralia Sottana

Info tappa

Data di Partenza: 

Venerdì 25 settembre 2020

Comuni attraversati

Cerami, Capizzi, Gangi, Geraci Siculo, Nicosia, , Sperlinga, Petralia Soprana, Petralia Sottana

Lunghezza percorso: km 65,7

Mappa percorsi settimanali e Sistema delle Aree protette terrestri

SIti Natura 2000

ITA060009

Bosco di Sperlinga, Alto Salso

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Sito di grande interesse geobotanico, ricadente nei territori di Gangi, Sperlinga e Nicosia e caratterizzato da clima termomediterraneo secco secondo la terminologia di Rivas Martinez.Il sito si estende a sud di Sperlinga e a ovest di Nicosia. Esso è solcato dalla rete fluviale del’Alto Corso del fiume Salso. La maggior parte della vegetazione si addensa in querceti caducifogli afferenti alla classe Quercetea ilicis, addossati alla parte sommitale del sito. L’orografia delle parti non cacuminali appare molto movimentata ed entro il perimetro si mescolano a mosaico coltivi e ambienti boschivi naturali. Le quercete appaiono molto evolute e ovunque provviste di strato arbustivo ricco di specie caratteristiche, quali Lonicera etrusca, Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rosa canina, Pyrus pyrainus. Lo strato erbaceo, dotato di Tamus communis, Silene italica subsp. sicula (Ucria) Jeanmonod [Syn. Silene sicula], Echinops siculus, si presenta anch’esso al massimo dell’evoluzione. Su rupi di grande interesse è la presenza di Polypodium interjectum, specie peculiare di questo territorio generalmente assente dal resto della Sicilia.Le acque del Salso tendono a formare boschi di Salix alba a galleria, con Salix pedicellata ma privi di Populus nigra. Ai margini dei saliceti a Salix alba si costituiscono Tamariceti a Tamarix gallica, in forme impoverite per motivi di quota elevata e prive perciò di Nerium oleander.

Quality and importance

Estesi boschi di querce caducifoglie in un territorio caratterizzato soprattutto da pascoli e seminativi. Presenza di pinete autoctone a Pinus pinea, molto rare in Sicilia.I querceti di Sperlinga sono di notevole interesse, in quanto rappresentano degli stadi evolutivi estremi entro la classe Quercetea ilicis. Si tratta, anche se non si annoverano esemplari arborei particolarmente vistosi, di forme di bosco molto mature. La formazione territoriale è di grande interesse anche per la presenza di diversi endemismi dianzi elencati. Valorizza il sito anche la presenza di ruscelli sufficientemente ricchi di acque anche durante la stagione secca. Ciò determina un mosaico ambientale ben integrato che consente al sito di ospitare una fauna vertebrata ed invertebrata relativamente ricca ed articolata. Di particolare rilevanza è la presenza del Lanario e di alcune specie endemiche siciliane.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 562/2010

Misure di Conservazione

 

ITA020041

Monte San Calogero (Gangi)

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Il biotopo si localizza poco a sud dell’abitato di Gangi (prov. Palermo), dove si estende per una superficie complessiva di 165,52 ettari. Si tratta di una piccola dorsale, allungata in direzione nord-ovest/sud-est, la quale raggiunge le massime elevazioni nelle vette di Monte S. Calogero (m 1001) e della Balza di Pezzalunga (m 1055). La morfologia è di tipo collinare, con pendii da scalinati a moderatamente ripidi; pedologicamende dominato da litosuoli, suoli bruni e suoli bruni lisciviati. Sotto l’aspetto bioclimatico, l’area rientra nella fascia del mesomediterraneo subumido, con temperatura media di 13-14 °C e precipitazioni annue di circa 800-900 mm. Il paesaggio è ampiamente dominato da praterie in parte mesofile in parte xeriche, nel cui ambito assume un particolare interesse quella cacuminale caratterizzata dalla presenza di Stipa sicula. Nelle aree circostanti si alternano aspetti arbustivi, boscaglie e boschi a dominanza di querceti caducifogli.

Quality and importance

Il biotopo presenta un certo interesse paesaggistico, floristico-fitocenotico e faunistico. E’ qui rappresentata una delle pochissime stazioni di Stipa sicula, interessante endemica localizzata sulle Madonie ed in altre piccole aree del Palermitano. Nell’elenco riportato nella sezione 3.3, vengono menzionati alcuni interessanti elementi della flora, la cui presenza nel territorio è ritenuta di particolare interesse fitogeografico (D)

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 562/2010

Misure di Conservazione

 

ITA020004

Monte S. Salvatore, Monte Catarineci, Vallone Mandarini, ambienti umidi

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

L’area del SIC, estesa per 5765 ettari, include il settore sud-orientale delle Madonie, ed è interamente compresa all’interno dell’omonimo parco regionale. Essa ricade nell’ambito dei territori comunali di Polizzi Generosa, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Castelbuono, Petralia Soprana e Geraci Siculo. Si tratta di un vasto complesso orografico, il quale ad ovest culmina nelle cime di M. Scalone (m 1654), M. Pene (m 1673), M. Cavallo (m 1757), M. S. Salvatore (m 1912), Pizzo dell’Inferno (m 1805), Pizzo Cerasa (m 1559), Pizzo Canna (m 1429) e Cozzo Luminario (m 1512). Più ad est, si estende anche sul rilievo di Pizzo Catarineci (m 1660), includendo anche gli interessanti ambienti umidi di Geraci Siculo, fra i quali vanno ricordati quelli di Portella Mandarini e Pietra Giordano, anche se in parte ormai distrutti o parzialmente deteriorati da captazioni idriche. Dal punto di vista geologico risulta prevalentemente costituita da rocce cenozoiche, rappresentate da arenarie quarzifere del Miocene Aquitaniano e formazioni a Flysch numidico costituite da potenti strati di quarzareniti alternati a peliti brune o talora argille siltose. Sulla base della classificazione di Rivas-Martinez, i caratteri bioclimatici possono complessivamente riferirsi ai termotipi mesomediterraneo (temperatura: 13-16 °C) e supramediterraneo (temperatura: 8-13 °C), con ombrotipo variabile fra il subumido (piovosità: 600-1000 mm) e l’umido (piovosità: > 1000 mm), man mano che si passa dalla zona collinare alle fascesubmontana e montana.Il paesaggio vegetale risulta fisionomizzato da ampie estensioni boschive, talora frammiste a boscaglie e arbusteti, le quali si alternano a praterie montane, di rilevante interesse floristico-fitocenotico. Esso viene preminentemente caratterizzato dalle serie acidofile del Leccio (Teucrio-Querco ilicis sigmetum), della Quercia leptobalana (Querco leptobalanae sigmetum), della Rovere (Ilici-Querco petraeae sigmetum), del Faggio (Luzulo-Fago sylvaticae sigmetum) e dell’Abies nebrodensis (Junipero-Abieto nebrodensis sigmetm), oltre a vari altri microgeosigmeti a carattere profilo. Tuttavia le stesse serie forestali sono in parte rappresentate da aspetti secondari, quale risultato di una utilizzazione territoriale che nel passato è stata orientata soprattutto verso l’attività silvana e zootecnica.

Quality and importance

Si tratta di una vasta area all’interno della quale rientrano tutte le formazioni vegetali acidofile di alta quota delle Madonie (faggeti, querceti, vegetazione ad arbusti spinosi emisferici, ecc.), oltre agli interessanti ambienti umidi di Geraci Siculo ed al Bosco Pomieri. Il comprensorio denota pertanto un elevato faunistico, per la presenza di una ricca zoocenosi comprendente specie rare e/o minacciate, nonchè naturalistico ed ambientale. Trovano in quest’area le nicchie ecologiche numerose entità floristiche esclusive, rare o di rilevante interesse fitogeografico (sezione 3.3 D)

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 183/2012

Misure di Conservazione

ITA030043

 

Monti Nebrodi

ZPS – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

La catena dei Nebrodi occupa una posizione intermedia tra la catena dei Peloritani ed il massiccio delle Madonie, sviluppandosi lungo il versante settentrionale della Sicilia. Si tratta di un’area montuosa con quote che partono dal livello del mare fino a 1950 m in corrispondenza di Monte Soro. Geologicamente l’area è caratterizzata da substrati prevalentemente silicei quali flysch, scisti e gneiss, mentre rari sono gli affioramenti carbonatici mesozoici che hanno la loro massima espressione nelle Rocche del Crasto presso Alcara Li Fusi. Il bioclima è compreso tra il termomediterraneo e suprameditteraneo con ombrotipo compreso tra il subumido inferiore e l’umido inferiore. La parte più elevata dei Nebrodi rientra invece nel supratemperato submediterraneo con ombrotipo umido inferiore. Si distingue un versante settentrionale più umido rivolto verso il Tirreno e uno più xerico meridionale rivolto verso il centro della Sicilia in quanto non è direttamente interessato dalle correnti umide marine. Quest’area viene considerata come il polmone verde della Sicilia in quanto ricca di vegetazione forestale. Le formazioni boschive sono rappresentate da faggete termofile ricche in agrifoglio diffuse al di sopra dei 1300-1400 m. A quote inferiori sono diffusi i boschi di cerro, mentre al di sotto dei 900-1000 m si rinvengono normalmente sugherete, leccete e boschi misti a dominanza di Quercus congesta o talora di Quercus gussonei, e di boschi termofili a Quercus virgiliana. Più localizzati ed in genere rappresentati da piccoli lembi sono i boschi relitti a tasso ed agrifoglio, legati a stazioni altomontane interessate per gran parte dell’anno da un regime di nebbie. Di rilevante interesse sono pure i boschi misti a leccio e a carpino nero che normalmente si localizzano su substrati calcarei e in ambienti di forra. Ben rappresentati sono i prati-pascoli mesofili, diffusi soprattutto nelle superfici più o meno pianeggianti e ricchi in specie endemiche o rare, mentre nei tratti più acclivi e rocciosi si rinvengono bassi cespuglieti orofili. Interessante è pure la vegetazione igrofila che si localizza nelle depressioni umide e attorno ai laghetti montani fra cui in particolare il Biviere di Cesarò, la quale ospita specie di notevole rilievo fitogeografico appartenenti all’elemento eurosiberiano. In particolare le superfici lacustri con acque perenni ospitano aspetti molto peculiari e specializzati ricchi in idrofite sommerse o galleggianti. Altri aspetti vegetazionali rilevanti sono rappresentati dagli habitat rupestri o semirupestri colonizzati da comunità casmofile ricche in endemismi che prediligono le pareti più o meno verticali. Sulle creste e sui versanti rocciosi si localizza spesso una macchia termofila ad Euphorbia dendroides. Gli aspetti di degradazione più diffusi sono i cespuglieti ricchi in specie spinose decidue diffuse soprattutto nelle zone montane, mentre in quelle collinari sono frequenti le lande a cisti ed Erica arborea. Sui substrati calcarei e marnosi prevalgono invece le praterie ad Ampelodesmos mauritanicus. I brecciai ed i letti ciottolosi dei torrenti sono normalmente colonizzati da aspetti pionieri glareicoli a piccoli cespugli. Fra le formazioni igrofile riveste un certo interesse la vegetazione a Petagnaea gussonei, che si localizza in prossimità di sorgenti e lungo i rivoli sempre in condizioni di notevole ombreggiamento. Da segnalare inoltre sono i boschi e le boscaglie ripariali a salici e pioppi.

Quality and importance

I Nebrodi rivestono un grande interesse naturalistico, essi infatti, pur essendo sottoposti ad una forte pressione antropica, rappresentata essenzialmente da attività agrosilvopastorali, conservano ancora ambienti di grande rilevanza naturalistica e paesaggistica. La ricchezza della fauna si manifesta soprattutto nell’ambito dei gruppi animali di piccole dimensioni, che, per la loro abbondanza numerica, sono riusciti, almeno parzialmente, a sfuggire alle distruzioni operate dall’uomo. Non a caso le ricerche scientifiche, alcune delle quali ancora in corso, hanno portato alla scoperta di numerose specie nuove per la scienza, o per la fauna siciliana.Una parte rilevante della fauna dei Nebrodi è rappresentata da specie spinte verso sud dalle ultime glaciazioni, per le quali i boschi montani, le vallate percorse dai torrenti, le sorgenti e gli stagni, costituiscono, nelle attuali condizioni climatiche, gli ultimi rifugi presenti nella nostra isola. Le popolazioni di queste specie, essendo le più meridionali del loro areale di distribuzione, sono spesso caratterizzate rispetto alle popolazioni europee da una sensibile diversità genetica, che risulta di grande interesse per studi sull’evoluzione. In alcuni casi siamo in presenza di specie neoendemiche differenziatesi per isolamento dalla primitiva specie “madre” europea. La presenza di valli, boschi, torrenti, etc. in condizioni di relativa naturalità, garantisce anche la persistenza di un contingente di specie più antiche (paleotirreniche e paleomediterranee), che rappresentano una sorta di memoria storica delle faune esistenti in Sicilia in epoche prequaternarie. Per quanto riguarda i Vertebrati selvatici i Nebrodi costituiscono, ancora oggi, il territorio siciliano che offre le maggiori opportunità di sopravvivenza per numerose specie a rischio di estinzione nella nostra isola tra le quali meritano di essere menzionate il Gatto selvatico, la Martora e molti grandi Rapaci. Si può quindi affermare che i Nebrodi rappresentano senza alcun dubbio il territorio che in modo più significativo ha conservato le testimonianze della storia delle forme viventi sulla nostra isola. La catena dei Nebrodi rappresenta un’area di notevole interesse naturalistico e paesaggistico. Essa rientra in massima parte all’interno del parco dei Nebrodi e risulta caratterizzata dalla presenza di numerose specie rare ed endemiche localizzate soprattutto in habitat nemorali, umidi e nei pascoli. All’interno di questo sito si trovano le formazioni boschive di maggiore estensione e rilievo geobotanico della Sicilia. In particolare sono qui ben rappresentate le faggete, che ricoprono la parte centrale e più elevata della catena montuosa, le cerrete che normalmente stanno a contatto verso l’alto con le faggete e verso il basso con i boschi sempreverdi di sughera e leccio. Un ruolo importante è ricoperto dalle praterie mesofile utilizzate come pascolo estivo dal bestiame (ovini, bovini ed equini) nei quali si localizzano numerose specie endemiche o rare. Quest’area inoltre è ricca di depressioni periodicamente inondate e di ambienti lacustri che incrementano notevolmente la sua biodiversità in quanto ricche di igrofite ed idrofite esclusive di questi habitat estremamente specializzati.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 883/2011

Misure di Conservazione

 

ITA020050

Parco delle Madonie

ZPS – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Le Madonie caratterizzano un sistema montuoso posto nella porzione centro-settentrionale della Sicilia, fra i Nebrodi ed i Monti di Palermo, quasi interamente incluso nell’omonimo Parco naturale, istituito nel 1989 in attuazione della L.R. n°98/81. Essa interessa territori dei comuni di Geraci Siculo, San Mauro Castelverde, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Castelbuono, Castellana Sicula, Scillato, Caltavuturo, Collegano, Cefalù, Gratteri, Pollina, Isnello, Sclafani Bagni, tutti in provincia di Palermo. Le cime più elevate, procedendo in direzione nord-sud, sono rappresentate da Cozzo Luminario (m 1512), Pizzo Antenna o della Principessa (m 1977), Pizzo Carbonara (m 1979), Monte Castellaro (m 1656), Monte dei Cervi (m 1794), Monte Fanusi (m 1472), Cozzo Vuturo (m 1507), Monte Ferro (m 1906), Monte Daino (m 1786) e Monte Quacella (m 1869). Dal punto di vista geologico, le Madonie rappresentano un segmento della catena appenninica, costituito dalla sovrapposizione tettonica di una serie di unità stratigrafico-strutturali sud-vergenti, derivanti dalla deformazione di diversi domini paleogeografici mesozoico-terziari (Dominio Sicilide, Dominio Panormide, Dominio Imerese) messi in posto durante le fasi di trasporto orogeniche del Miocene, sulle quali poggiano in discordanza i terreni tardorogeni del Tortoniano superiore-Pliocene inferiore (ABATE et al., 1982; CATALANO, 1989; ABATE et al., 1993). Si tratta prevalentemente di dolomie e calcari mesozoici, cui si alternano o sono frammisti substrati calcarenitici o argilliti varie. Sulla base della classificazione di RIVAS-MARTINEZ (1994), i caratteri bioclimatici del territorio possono riassumersi nei seguenti tipi:- termomediterraneo (temperatura > 16 °C) subumido (piovosità= 600-700 mm): zona costiera e subcostiera;- mesomediterraneo (temperatura = 13-16 °C) subumido (piovosità= 600-1000 mm) e umido (piovosità= > 1000 mm): zona collinare, fino a 1000-1200 m s.l.m.;- supramediterraneo (temperatura = 8-13 °C) subumido (piovosità= 600-1000 mm) e umido (piovosità= > 1000 mm): zona submontana e montana, fino alle zone cacuminali.

Quality and importance

Si tratta di un comprensorio di notevole interesse floro-faunistico e fitocenotico. Con oltre 1500 specie vascolari; le Madonie rientrano a pieno titolo fra le aree di maggior interesse fitogeografico della Sicilia e della stessa Regione mediterranea. Tale ricchezza floristica trova riscontro nella notevole diversità ambientale del territorio, determinata dalla varietà di substrati geo-pedologici, dall’escursione altitudinale e dall’esposizione dei versanti, oltre che dalle caratteristiche bioclimatiche. In ogni caso la biodiversità floristica risulta più elevata nelle zone poco antropizzate, soprattutto nelle aree carbonatiche di media ed alta quota. Sono rappresentati vari aspetti di vegetazione (forestali, prativi, casmofitici, ecc.), alcuni dei quali peculiari e diversificate da un elevato numero di specie endemiche. Nel territorio trovano spazio anche diverse entità che nell’area regionale sono rare o ritenute di rilevante interesse fitogeografico.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 183/2012

Misure di Conservazione

 

ALTRE AREE PROTETTE

EUAP0228        PNR     Parco delle Madonie