Elementi del paesaggio e aspetti naturalistici
Elementi del Paesaggio
Il percorso prende il via dalla città di Asti e attraversa le colline dell’Alto Monferrato comprese fra il fiume Tanaro e il torrente Belbo. Il paesaggio presenta una notevole omogeneità e l’elemento strutturale portante è costituito dai rilievi collinari sviluppati su depositi marnosi e argillosi del tardo Terziario Piemontese. Questi rilievi presentano dislivelli ridotti, pendenze poco accentuate e appaiono modellati da un fitto reticolo di drenaggio che separa i versanti, variamente esposti, dagli stretti e incisi fondovalle intracollinari. La viticoltura di pregio (Barbera e Moscato) è largamente diffusa e si intreccia a boschi di robinia ma sono visibili anche piccoli boschi residui di querceti quali farnia, rovere e roverella.
Arrivati ad Oviglio il paesaggio cambia; ci si trova, infatti, ad attraversare in successione la pianure dell’area di Alessandria, la pianura del fiume Bormida e quella compresa fra il Bormida stesso e il torrente Orba. Da Ovada il percorso risale verso nord attraversando nuovamente le colline del Monferrato fino a Predosa, da qui percorre un tratto prevalentemente pianeggiante, solcato dal Tanaro e dalla Bormida fino alla confluenza nel Po, che comprende insediamenti di pianura storicamente consolidati come Bosco Marengo.
La terza tappa dell’itinerario riparte da Tortona, interessa una prima parte pianeggiante e arriva a lambire, dopo Piovera, la porzione più orientale dell’unità di paesaggio relativa alle colline del Po e del basso Monferrato. Questa porzione di territorio, nella zona di Valenza e Pecetto, è caratterizzata da rilievi collinari costituiti dall’alternanza ripetitiva di versanti a reggipoggio a esposizione ovest e versanti a franapoggio a esposizione est, con notevole inclinazione degli strati e con pendenze piuttosto acclivi. La natura del litotipo e l’inclinazione degli strati determinano la formazione di creste.
Si percorre, poi, la Piana di Casale Monferrato nella porzione in destra idrografica del Po. La piana, caratterizzata dalle risaie del Casalese tra Borgo San Martino e San Germano, costituisce un elemento del paesaggio con una netta discontinuità strutturale rispetto alle retrostanti colline. Si attraversa il Po in prossimità di Casale Monferrato e si continua fino a Vercelli percorrendo la vasta superficie pianeggiante di parte della pianura omonima, debolmente inclinata verso sud sud-est e formata principalmente dall’azione della Dora Baltea e degli scaricatori glaciali dell’anfiteatro morenico di Ivrea. L’area si caratterizza per una forte intensità di sfruttamento agricolo del territorio.
Da Vercelli il percorso attraversa parte della pianura golenale del fiume Sesia, affluente sinistro del Po e, nei pressi dell’abitato di San Nazzaro Sesia, gira verso ovest immettendosi nell’ ultimo tratto di pianura fino a Novara.
… e aspetti naturalistici
Il percorso prende avvio da Asti e termina a Novara, attraversando un’ampia zona fortemente antropizzata, in quanto interessata da usi agricoli, ma che conserva ancora delle buone condizioni di naturalità in alcuni tratti. Protagonisti assoluti di questa settimana di percorso sono il bacino del Po e le risaie.
Da Asti ci si dirige verso est, poi all’altezza di Villa del Foro, tra Asti e Alessandria, si devia verso sud-est fino ad arrivare all’estrema punta meridionale di questo percorso nelle vicinanze di Ovada. La parte iniziale è una zona a forte impatto agricolo e il percorso attraversa più volte il fiume Tanaro, un affluente del Po, mentre l’ultima parte tocca l’Appennino piemontese. I Siti della Rete Natura 2000 attraversati sono: la ZSC Stagni di Belangero, pochi chilometri a sud di Asti, un’area golenale del fiume Tanaro, in parte utilizzata per usi agrari (pioppeti e seminativi) e in parte caratterizzata da ambienti seminaturali (fascia di greto e boscaglia ripariale) creatasi per la parziale rinaturalizzazione di laghi di cava, che hanno dato origine a piccole zone umide; il sito è stato istituito principalmente per salvaguardare una delle ultime popolazione di una rara specie di rana (Pelobates fuscus insibricus) e si trova in uno stato di grave degrado.
Si attraversano successivamente la ZSC Rocchetta Tanaro, con un bosco a cerro e roverella relativamente poco alterato ed unico in tutta la vasta area dell’Astigiano; la ZSC Verneto di Rocchetta Tanaro, un importante relitto di un antico ontaneto-insistente su un anticoalveo del fiume Tanaro, caratterizzata attualmente da bosco di pianura legato alla presenza del Fiume e dove è segnalata la presenza di coleotteri “eredità” dell’antico golfo padano e piccolissime farfalle nuove per la fauna italiana; la ZPS Capanne di Marcarolo, interamente ricompresa nell’omonimo Parco naturale, dotata di vegetazione prevalentemente erbacea ed arbustiva (si segnalano specie vegetali molto rare o localizzate, come la pianta endemica Cerastium utriense o peverina di Voltri), con presenza anche di rimboschimenti di pino marittimo.
Dall’Appenino piemontese il percorso riparte verso nord, fino alla località Bosco Marengo, per deviare successivamente ad est e terminare a Tortona. Tutta la zona è prettamente agricola, e buona parte del percorso rientra nel sistema delle aree protette Fascia fluviale del Po del tratto vercellese/alessandrino: in particolare attraversa la parte più naturale del Po, nella zona in cui questo è alimentato da Sesia, Tanaro e Scrivia, e dove degna di nota è la presenza di habitat di importanza comunitaria e di rare specie faunistiche (gli aironi su tutti). In questo tratto si attraversano due Siti della Rete Natura 2000, entrambi rientranti nel Parco fluviale del Po: la ZPS Torrente Orba, che comprende al suo interno anche la meno estesa Riserva naturale speciale, caratterizzata da un ampio greto fluviale con vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea (bosco rado a pioppo nero, pioppo bianco, quercia, olmo campestre) in condizioni di elevata naturalità e biodiversità; la ZSC e ZPS Greto dello Scrivia, un corridoio fluviale con antropizzazione moderata e un complesso sistema di popolamenti erbacei, arbustivi ed arborei e forestali in un discreto stato di conservazione e naturalità (pioppeti di pioppo bianco e nero e saliceti a salice bianco).
Il terzo e quarto tratto di questo percorso, partendo da Tortona, si snodano in direzione nord-ovest fino a Trino (con sosta a Casale Monferrato) per poi deviare verso nord-est, attraversando Vercelli e arrivando infine a Novara, sempre in aree agricole a prevalenza risicola. Inizialmente il percorso attraversa un’ampia parte del Sito della Rete Natura 2000 Fiume Po – tratto vercellese alessandrino, una ZPS di più 14.000 ettari che costeggia parte del confine tra Piemonte e Lombardia, è parte del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, e si sovrappone con altre aree protette del bacino del Po (la Riserva naturale speciale Confluenza del Tanaro, la ZSC Confluenza Po – Sesia – Tanaro). Tutta l’area è caratterizzata, oltre che dai corsi d’acqua principali, anche da zone con acque ferme e spesso temporanee, meandri ad acque stagnanti (“lanche”), bracci fluviali secondari, ampi greti e isole fluviali. Sono elevate la diversità e la ricchezza di pesci, di uccelli che passano in queste zone l’inverno o vi sostano nelle migrazionii nonché di insetti.; sono inoltre presenti rare piante acquatiche e resti di bosco planiziale. Altro Sito della Rete Natura 2000 attraversato nel terzo tratto è il SIC Bric Montariolo, piccolo bosco golenale sulla sponda destra del torrente Orba, caratterizzato da un crocevia di distribuzione di piante: si osserva dominanza di robinia, accompagnata a farnia, acero campestre, ciliegio selvatico, e si segnala la presenza di specie floristiche rare (tra cui Gladiolus palustris, la specie protetta che ha favorito l’istituzione di questo SIC). Il quarto tratto del percorso, nella sua parte iniziale, prosegue l’attraversamento della ZPS Fiume Po – tratto vercellese alessandrino, e nello specifico incrocia la ZSC Ghiaia Grande, situata in una pianura alluvionale, fra un antico meandro e la collina del Po, caratterizzata da boschi ripari e lembi di prati ad orchidee; questa area è di notevole importanza per la presenza di uccelli che nidificano o passano lì la stagione invernale. All’altezza di Trino, il percorso incontra una serie di aree protette: la ZPS Palude di San Genuario e San Silvestro, che comprende la meno estesa Riserva naturale speciale, con presenza di risorgive, piccole aree palustri naturali, specchi d’acqua artificiali, una fitta rete di canali alimentati dalle acque dei fontanili e con numerose piante acquatiche, e lembi di bosco naturale originario – questa area è di notevole importanza per la riproduzione degli uccelli acquatici che vivono nei canneti e in generale nella vegetazione presente nelle paludi; la ZPS Bosco della Partecipanza di Trino, anche Zona di salvaguardia e Parco naturale, che è il bosco planiziale più esteso della pianura piemontese, con una ricca e diversificata fauna ed una delle maggiori garzaie del Piemonte e d’Italia; la ZPS Fontana Gigante, anche Riserva naturale speciale regionale, che ha origini legate alla bonifica di ambienti acquatici naturali ed allo scavo di bacini finalizzati alla caccia e alla pesca sportiva e più anticamente per l’estrazione della torba; in seguito a rinaturalizzazione è diventata una zona umida paludosa con notevole presenza di uccellinidificanti, diventando così una delle zone umide più importanti del Piemonte. Dopo Vercelli il percorso attraversa altre due Siti della Rete Natura 2000: il SIC Stazioni di Isoetes malinverniana, che vegeta in fontanili, canali e piccoli canali artificiali per l’irrigazione delle risaie (rogge) è una rara felce endemica padana (), ridottasi significativamente negli ultimi decenni e per questo considerata minacciata; la ZPS Lame del Sesia e Isolone di Oldenico, coincidente con il Parco naturale delle Lame del Sesia e alla Riserva naturale speciale dell’Isolone di Oldenico, nel greto del fiume Sesia, caratterizzata da meandri di varia estensione, dove sono presenti boschi ripariali, anche molto antichi, e di pianua alternati a boschi di robinie; data la scarsità di boschi nella pianura novarese e vercellese il sito risulta particlarmente importante(il che rende questo sito importante per la fauna forestale,), e che ha un’eccezionale importanza per la riproduzione, la sosta e lo svernamento in particolare di uccelli acquatici che vivono in stormi. Subito prima di raggiungere Novara, il percorso passa nelle vicinanze di due Siti della Rete Natura 2000: la ZPS Garzaie novaresi, costituita da stagni rinaturalizzati e boschi prevalentemente di farnia e rovere, con lembi relitti di boschi che nascono e si sviluppano in ambienti con temperature medie (ambienti “mesofili”) e che ospitano le colonie di aironi; nella ZPS sono presenti le uniche due garzaie della provincia, popolate da colonie costituite da più specie e molto numerose. Nel SIC Palude di Casalbeltrame, anche Riserva naturale regionale, in parte artificiale, con canneti si trova e un piccolo lembo di bosco di pianura che include l’habitat di interesse prioritario caratterizzato da foreste di ontano nero e frassino comune.
La tappa pubblica di fine settimana parte da Novara e termina nella ZPS Valle del Ticino (anche Parco naturale regionale e Riserva della biosfera), al confine tra Piemonte e Lombardiaè. La parte piemontese del Parco del Ticino interessa solo la fascia fluviale e ha un’estensione di 6.500 ettari, di cui circa un terzo è occupato da coltivazioni (la coltura agricola più diffusa è il prato, seguito da mais e riso); oltre all’agricoltura si sono sviluppate anche zootecnia, ittiocoltura e apicoltura. La presenza di un ricco e variegato insieme di ecosistemi, in molti casi ben conservati, fa sì che il Parco rappresenti un patrimonio di biodiversità che non ha eguali in Pianura Padana, con più di 6.000 specie censite. Dal 2002 è Riserva MAB (Man and Biosphere) dell’UNESCO. Caratteristici sono i meandri ad acqua stagnante, che favoriscono lo sviluppo di una ricchissima vegetazione acquatica, i boschi (che occupano il 60% dell’area), recanti tracce dell’originario bosco di pianura, con netta prevalenza di latifoglie quali farnia, carpino e olmo, e il sottobosco a nocciolo, prugnolo e biancospino. Numerose le specie animali presenti, soprattutto avifauna; si segnala anche la presenza della lepre, una specie non autoctona, introdotta con ripopolamenti a scopo venatorio.
Dati di base
Carta delle Unità fisiografiche dei Paesaggi Italiani (Carta della Natura alla scala 1:250.000)
Formulari standard dei siti di interesse comunitario (http://www.minambiente.it/pagina/schede-e-cartografie)
Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della direttiva 92/43/CEE (http://vnr.unipg.it/habitat/)
Piano Paesaggistico Regionale (PPR) della Regione Piemonte – Schede degli ambiti di paesaggio
Schede Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della Regione Piemonte (http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaSic.do)
Le tappe del percorso




