Elementi del paesaggio e aspetti naturalistici

Elementi del Paesaggio

Il percorso della quarta settimana consente di ammirare il contrasto tra la maestosità delle vette alpine e, soprattutto nelle ultime tappe, la varietà dei paesaggi delle Prealpi e il mosaico colturale della pianura fluviale.

Dalle Colline della Serra e del Lago di Viverone il percorso si sviluppa in direzione NE attraversando la pianura di fondovalle del medio corso della Dora Baltea, le Colline della Serra e del Lago di Viverone per sfociare nella pianura aperta compresa tra la fascia pedemontana delle Alpi centro – occidentali e i Fiumi Cervo, Sesia, Dora Baltea e Po. Dopo aver superato la pianura golenale del Fiume Orco il percorso procede in direzione NE attraversando la pianura aperta compresa tra le Colline di Canavese e del Lago di Candia e i Fiumi Orco, Dora Baltea e Po; nel tratto in direzione N attraversa le montagne di Cima di Bossola e Monte Calvo per poi piega verso SE e tagliare la pianura di fondovalle del medio corso della Dora Baltea e attestarsi sulle colline moreniche della Serra e del Lago di Viverone. Il percorso prosegue in direzione N partendo dalla pianura della Dora Riparia per attraversare prima la pianura aperta compresa tra la fascia prealpina e i Fiumi Stura di Lanzo e Doria Riparia e, successivamente, la pianura aperta compresa tra i Fiumi Orco, Stura di Lanzo e Po e poi colline moreniche di Courgné. Da lì il percorso piega decisamente in direzione NW prima e WE poi; nel primo tratto il paesaggio è quello delle montagne metamorfiche dei Rilievi di Monte Buffa e monte Vandalino mentre a destra e dei Monti della Val chisone e di Monte Freidur a sinistra; successivamente il percorso entra nella valle montane dei torrenti Chison e Germanasco. Al cambiamento di direzione del percorso corrisponde un cambio deciso di paesaggio che diventa quello glaciale d’alta quota dei rilievi di Monte Fraiteve e del monte Rocciavré diventando poi, quando ill percorso corre in direzione WE, il paesaggio della valle montana della Dora Riparia e della relativa pianura di fondovalle. Il tratto Torinese dell’ultima tappa settimanale, ad anello, consente di ammirare la pianura aperta compresa tra le Prealpi Cozie e i Fiumi Dora Riparia, Po e Pellice, la pianura golenale del Medio e Basso Po e, nel tratto a SUD, la pianura golenale dell’Alto Po.

…e aspetti naturalistici

Il percorso prende avvio da Biella e si snoda verso sud-ovest, fino a Pinerolo, mentre la tappa pubblica del sabato si svolgerà interamente a Torino. Anche questa settimana è caratterizzata dalla presenza massiccia delle Alpi: buona parte del percorso infatti costeggia le Alpi Graie, e in particolare la sottosezione orientale detta anche Alpi del Gran Paradiso, dal nome del massiccio più conosciuto di questa sezione (siamo al confine tra Piemonte e Val d’Aosta). Il versante a valle invece è caratterizzato da aree più antropizzate, nella fattispecie agricole e urbane, con una buona presenza anche di bosco.

Il primo tratto, Biella-Ivrea, attraversa subito a sud di Biella due siti Natura2000 già visitati a fine della settimana precedente: la ZSC “La Bessa”, sita in piena zona mineraria aurifera, e la ZSC “Serra di Ivrea” (per entrambe vedi descrizione nelle pagine relative alla terza settimana di percorso). Successivamente si attraversa la ZSC “Laghi di Ivrea”, laghi di escavazione glaciale con profondità media elevata, dove sono presenti anche alcune zone marginali basse e con vegetazione palustre (segnalate anche specie rare), mentre per la fauna ci sono importanti popolazioni riproduttrici di anfibi.

Durante il secondo tratto di questo percorso si attraversano: la ZSC “Boschi e Paludi di Bellavista”, area con numerosi piccoli stagni e paludi in un ambiente collinare di origine morenica, ricoperto da boschi di latifoglie; la ZSC “Laghi di Meugliano e Alice”, ambienti lacustri e di torbiera in zona collinare, circondati da boschi di latifoglie, con presenza di specie floristiche acquatiche rare; la ZSC “Scarmagno – Torre Canavese (morena destra d’Ivrea)”, caratterizzata da torbiere e stagni intermorenici, con vegetazione igrofila di buon interesse, boschi cedui di castagno, prevalenti, in corso di rinaturalizzazione per invasione di carpino bianco e relitti di vegetazione planiziale (farnia, tiglio a grandi foglie), e dove è segnalata anche la presenza di un coleottero endemico sotterraneo (Bathysciola guerzoi); la ZSC “Monti Pelati e Torre Cives”, anche Riserva naturale, rilievo isolato ai piedi della montagna caratterizzato da brughiere di pendio con affioramenti rocciosi in corso di colonizzazione da parte della betulla e praterie steppiche sub-mediterranee.

Il terzo tratto attraversa ben 5 siti Natura2000. Il primo è la ZSC “Vauda”, che è anche Riserva naturale orientata, la più ampia area di brughiera pedemontana, caratterizzata da una scarsa copertura arborea a farnia, betulle e pioppi tremoli, e copertura erbacea prevalente a molinia e brugo, in cui è segnalata la presenza di specie rare, sia di flora che di fauna, e dove sono presenti circa 150 specie di uccelli. Poi si attraversa la ZSC “Stura di Lanzo”, area fluviale con greti popolati a Myricaria germanica (la tamerice alpina, rarissima in pianura e forse scomparsa dopo le alluvioni del 1994) e rive boscate. Successivamente si passa nella ZSC “La Mandria”, inclusa nel Parco regionale omonimo (il primo Parco regionale istituito in Italia), dove è presente il più esteso lembo di foresta planiziale dell’alta pianura piemontese, a farnia dominante, rovere, raro cerro, betulla, frassino, tiglio cordato, ciliegio selvatico, e dove è ben rappresentata la fauna forestale con specie protette o rare (vedi il picchi nero, che in pianura nidifica solo in questa area, e il coleottero Calosoma inquisitor, di cui questa è l’unica stazione in Piemonte). Gli ultimi due siti interessati sono: la ZSC “Monte Musiné e Laghi di Caselette”, la più importante oasi xerotermica del Piemonte, con fauna di invertebrati ricchissima e presenza di ben 21 specie inserite negli allegati della Direttiva Habitat, oltre ad alcuni ambienti prioritari; la ZSC e ZPS e anche Parco naturale regionale “Laghi di Avigliana”, 2 bacini lacustri di origine glaciale, circondati da un’area palustre e da rilievi di origine morenica all’imbocco della Val di Susa che costituiscono una zona umida di rilevante interesse faunistico e botanico. Oltre a questi siti Natura2000, vengono attraversate, subito dopo la partenza da Cuorgné, due altre aree protette, la Zona di salvaguardia del “Sacro Monte di Belmonte” e la Riserva naturale speciale del “Sacro Monte di Belmonte”, dove sono presenti le “sabbionere”, strutture calanchiformi tipiche della zona, costituite da sabbia grossolana formata da quarzo e feldspati, che, a seconda delle località, assumono una colorazione rossiccio-violetta o totalmente bianca.

L’ultimo tratto, Avigliana-Pinerolo, è decisamente alpino, e attraversa diversi siti Natura2000. Innanzitutto si passa di nuovo nella ZSC e ZPS e Parco naturale regionale “Laghi di Avigliana” (vedi descrizione sopra). Poi si attraversa la ZSC e ZPS e Parco naturale “Orsiera Rocciavré”, estesa area alpina che interessa i piani montano, subalpino e alpino, con presenza di aree forestali (a conifere e latifoglie), praterie alpine e subalpine e habitat rocciosi, con un’interessante cenosi forestale ad abete bianco, e con presenza di numerose specie endemiche delle Alpi Occidentali e stazioni del coleottero stenoendemita Carabus cychroides. Infine si passa nella ZSC e ZPS “Val Troncea”, che include il Parco naturale regionale omonimo, sito caratterizzato dall’azione di fenomeni erosivo-gravitativi sulla preesistente morfologia glaciale, con arbusteti subalpini diffusi su tutto il territorio, cenosi boschive essenzialmente costituite da lariceti e formazioni erbacee costituite da praterie, prato-pascoli e praterie rupicole; qui è segnalata la presenza di 14 ambienti di interesse comunitario, 650 specie di flora (tra cui endemismi e specie rare o rarissime), 62 di uccelli (54 nidificanti e 11 inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli), 26 di mammalofauna (tra cui anche lupo ed una popolazione di stambecco numericamente importante). Il percorso passa anche nelle immediate vicinanze di altri siti della rete Natura2000. Innanzitutto la ZSC “Oasi xerotermiche della Val di Susa – Orrido di Chianocco”, che include anche la Riserva naturale speciale dell’”Orrido di Foresto e Stazione di Juniperus oxycedrus di Crotte San Giuliano”: questa area è un mosaico composto da vegetazione steppico-mediterranea, di tipo primitivo o secondario, alternata a colture per lo più in abbandono invase da arbusteti, lembi degradati di ceduo di roverella, rade pinete transitorie di pino silvestre e lembi di faggeta termofila, nonché unica stazione spontanea in Piemonte di leccio; è segnalata anche la presenza di numerosi relitti floristici mediterranei e steppici rari (alcuni esclusivi) e insetti fitofagi correlati. La ZSC “Rocciamelone”, situata nel versante sud-orientale del Monte Rocciamelone, una delle cime più alte delle Alpi Graie, dove, vista la notevole escursione altimetrica, vi è la presenza di tutte le fasce vegetazionali, dalle latifoglie sub-mediterraneee alla vegetazione pioniera alpina, e dove sono censiti 6 ambienti di interesse comunitario, oltre ad alcune specie faunistiche protette. La ZSC “Arnodera – Colle Montabone”, ambiente xerotermico prossimo al fondovalle della Val di Susa, con vegetazione prevalente a boscaglia o praterie xeriche. La ZSC “Gran Bosco di Salbertrand”, che è anche Parco naturale, sito sulla destra della Val di Susa (Alpi Cozie Settentrionali), occupato per il 70 % da boschi e per il rimanente 30 % da pascoli e praterie di alta quota, istituito per proteggere la rigogliosa vegetazione ed in particolare le pregiate abetine e gli estesi larici-cembreti; le oltre 600 specie vegetali censite creano una varietà di ambienti con una fauna anch’essa particolarmente ricca (circa 70 specie di uccelli nidificanti e 21 specie di mammiferi, tra le quali dominano cervi, caprioli e camosci).

La tappa pubblica si svolgerà a Torino, sul Lungo Po, e interesserà la ZPS “Meisino (confluenza Po – Stura)”: questo sito è un bacino artificiale coltivato a pioppeto, posto alla confluenza tra la Stura di Lanzo, la Dora Riparia ed il Po, ed assume un’importanza fondamentale per l’avifauna acquatica, sia svernante che nidificante (a monte del bacino artificiale è presente una stazione di sosta di diverse centinaia di cormorani). All’interno del sito si trova anche l’Isolone di Bertolla, che rappresenta una vera oasi naturalistica in città e che ospita una grossa garzaia di airone cinerino, una delle poche garzaie europee in ambiente urbano e l’unica in Italia. Nelle strette vicinanze del percorso interessato dalla tappa pubblica c’è un altro sito molto importante per la città di Torino, che è la ZSC nonché Parco naturale “Collina di Superga”, un rilievo collinare la cui varietà morfologica e la posizione a metà strada tra le Alpi ed il mare fanno sì che il patrimonio floristico sia ricco ed interessante, con specie di origine alpina (faggio, pino silvestre, sorbo montano, mirtillo nero) alternate a specie di ambiente mediterraneo (orniello, sorbo domestico, pungitopo, dittamo); segnalata anche un’ampia presenza di specie esotiche (soprattutto conifere e robinia); la fauna è quella tipica delle colline torinesi (in particolare ricca avifauna forestale, con 43 specie di uccelli nidificanti).

 

 

Dati di base

 

Carta delle Unità fisiografiche dei Paesaggi Italiani (Carta della Natura alla scala 1:250.000)

Formulari standard dei siti di interesse comunitario (http://www.minambiente.it/pagina/schede-e-cartografie)

Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (http://vnr.unipg.it/habitat/)

Piano Paesaggistico Regionale (PPR) della Regione Piemonte – Schede degli ambiti di paesaggio

Schede Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della Regione Piemonte (http://www.regione.piemonte.it/habiweb/ricercaSic.do)