Elementi del paesaggio e aspetti naturalistici

Elementi del paesaggio

La prima parte del percorso, con partenza a Porto Torres, segue per un breve tratto la linea di costa dirigendosi verso Est; successivamente, piegando verso sud-ovest, attraversa la pianura, colmata da depositi alluvionali colluviali ed eolici quaternari che si sviluppa alle spalle dell’abitato. In corrispondenza di una netta deviazione verso sud, il percorso attraversa e lambisce rilievi collinari dalla morfologia dolce, con versanti poco acclivi e sommità arrotondate,  costituiti da litologie carbonatiche. In questo tratto, prima di raggiungere la costa occidentale a Capo Caccia, merita una deviazione dal tracciato il Lago di Baratz, unico lago naturale della Sardegna, di origine retrodunale, alimentato dal bacino imbrifero che lo circonda, lambito da rocce di natura metamorfica nel tratto settentrionale e da sponde sabbiose negli altri lati. In corrispondenza del promontorio costiero di Capo Caccia, il paesaggio cambia totalmente ed il percorso raggiunge uno dei punti più famosi della costa occidentale sarda: alte falesie costituite da rocce calcaree, di età prevalentemente giurassica, e piccoli scogli antistanti la costa rappresentano uno scenario ad altissima valenza paesaggistica e naturalistica. L’area è interessata da fenomeni carsici che hanno generato grotte, pozzi e gallerie, come le bellissime Grotte di Nettuno. Successivamente il percorso, sempre in direzione sud, corre prossimo alla costa. Ad Alghero la costa è bassa e sabbiosa, poi diventa alta e rocciosa fino a Bosa, in corrispondenza di rocce vulcaniche di natura effusiva, che conferiscono al paesaggio lineamenti collinari spesso a forma conica. Da qui il percorso si allontana dalla costa in direzione est, attraversando i vasti altopiani lavici di Campeda ed Abbasanta, plateaux estesi formatisi a seguito di una fase tettonica distensiva pliocenica, che ha provocato l’imponente fuoriuscita di lave basaltiche. Nell’ultimo tratto il percorso rientra in un paesaggio, simile a quello incontrato alla partenza, totalmente pianeggiante caratterizzato dalla presenza di depositi quaternari ed infine, poco prima di raggiungere Oristano, attraversa il corso del Fiume Tirso, uno dei più importanti della regione.

… e aspetti naturalistici

Dall’abitato di Porto Torres il tracciato si dirige verso Est percorrendo un tratto all’interno della ZSC Stagno e ginepreto di Platamona, sito che si sviluppa parallelamente alla costa per proteggere numerosi ambienti costieri, sia sommersi (praterie di Posidonia), sia emersi, come le scogliere a limonio e le dune a ginepro, queste ultime di interesse prioritario a livello comunitario. Merita una deviazione lo stagno costiero di Platamona che, con la sua vegetazione a canneto, fragmiteto e giuncheto, riveste una grande importanza per l’avifauna nidificante e migratrice. Dalla costa settentrionale il tracciato piega a sud-ovest per raggiungere quella occidentale in corrispondenza di Capo Caccia dove si estendono il SIC Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio e la ZPS Capo Caccia. La costa qui è caratterizzata da falesie calcaree e da forme di vegetazione arbustiva peculiari in quanto costituite da specie vegetali endemiche della Sardegna, come il fiordaliso spinoso e la ginestra della Nurra. Splendidi i ginepreti con euforbia arborea e palma nana. Dopo l’abitato di Alghero il tracciato entra nella ZSC Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone, caratterizzata per lo più da coste alte con vegetazione rupicola a limonio. Degna di nota la vegetazione a palma nana e ginepro fenicio e le formazioni con euforbia arborea che danno fisionomie peculiari al paesaggio vegetale. Più all’interno si rinvengono leccete, sugherete, arbusteti sempreverdi e prati aridi mediterranei. Dopo Bosa il percorso prosegue prima verso est e poi verso sud fino a raggiungere la valle del Tirso (SIC Media Valle del Tirso e Altopiano di Abbasanta – Rio Siddu), il corso d’acqua più importante della Sardegna. L’area tutelata a livello comunitario comprende l’altopiano caratterizzato da formazioni vegetali arbustive e forestali dominate da olivastro, macchia mediterranea con mirto e lentisco ed ambienti steppici. Degni di nota i lembi residui di sugherete, gli stagni temporanei ad essiccamento estivo, con alcune specie vegetali di interesse conservazionistico, e le formazioni di bosco e macchia alta dominate dall’alloro, di interesse conservazionistico prioritario a livello comunitario. Lungo i versanti della Valle del Tirso si rinvengono per lo più formazioni vegetali sempreverdi (lecceta e macchia mediterranea), mentre sulle sponde del fiume e del lago artificiale Omodeo è possibile osservare boschi ripariali a pioppo, salici, olmi, frassini, tamerici e alloro. Il tracciato si dirige quindi verso sud-ovest raggiungendo la città di Oristano.

Dati di base

Carta delle Unità fisiografiche dei Paesaggi Italiani (Carta della Natura alla scala 1:250.000)

“Il Sistema Carta della Natura della Regione Umbria-cartografia e valutazione degli habitat”. ISPRA, Serie Rapporti, 205/2014 (http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-sistema-carta-della-natura-della-regione-umbria-cartografia-e-valutazione-degli-habitat)

Formulari standard…

Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (http://vnr.unipg.it/habitat/)