Faggeta del Monte Cimino

La faggeta occupa la parte più meridionale della ZSC/ZPS IT6010022 Monte Cimino (versante nord), con una superficie di circa 50 ettari, pari al 5% dell’area del sito. La faggeta rappresenta però una delle componenti naturalistiche più importanti e significative del sito, in quanto può essere considerata una cosiddetta “foresta vetusta”, lo stadio più evoluto di un ecosistema forestale, che svolge un ruolo importante e insostituibile nella conservazione della natura.

L’origine dell’attuale faggeta è riconducibile al fatto che da metà Ottocento i tagli diminuirono fortemente e, dopo alcuni interventi fatti negli anni 1947-49, essi sono praticamente cessati nella seconda metà del Novecento, limitandosi all’asportazione delle piante abbattute dal vento o morte a causa di altri fattori naturali. Inoltre la natura dei suoli di origine vulcanica, tra i più fertili di tutta l’Italia centrale, permette ai faggi di vegetare e crescere rigogliosi sino a raggiungere dimensioni imponenti, con altezze di oltre 40 metri e diametri superiori a 1 metro. La faggeta si presenta come un bosco imponente, caratterizzato dalla presenza di numerosi alberi di grandi dimensioni, con fusto sgombro da rami e chioma spesso inserita in alto. L’età dei grandi alberi si aggira intorno ai 140 anni, con alcuni individui che superano i due secoli. All’interno della faggeta, in virtù dell’abbandono da oltre un cinquantennio delle pratiche selvicolturali, si può osservare che grandi piante, a volte deperienti, si schiantano naturalmente al suolo aprendo quelle che in gergo forestale vengono definite “buche” nella volta arborea. La faggeta del Cimino, così descritta, non sta però morendo, come potrebbe far pensare la presenza di molti alberi morti, schiantati o deperienti, ma sta acquisendo un nuovo equilibrio, più naturale. La morte progressiva dei grandi alberi sta infatti favorendo l’insediamento di nuovi nuclei di giovani alberi (rinnovazione), portando la foresta verso uno stadio con maggiore variabilità nell’età delle piante e con grado di naturalità crescente.

La presenza di grandi alberi morti ha grande importanza dal punto di vista ecologico, sia perché essi costituiscono un anello fondamentale della catena della sostanza organica, che ritorna al suolo attraverso la loro decomposizione, sia perché sono estremamente importanti per la conservazione della biodiversità, fornendo habitat necessari alla vita di molte specie vegetali e animali rare, spesso a rischio di estinzione.

Il paesaggio della faggeta è riconducibile anche all’origine vulcanica del Monte Cimino, caratterizzato dai cosiddetti “domi”, masse di lava viscosa a forma di cupola con pareti ripide, che si formano al di sopra di una bocca vulcanica. Tra questi una curiosità è costituita dalla “rupe tremante” o “sasso menicante”, meglio conosciuto agli abitanti del posto come “sasso naticarello”. Si trova al limitare del bosco di faggi ed è un grosso masso di trachite di forma ovoidale di circa 8 metri di lunghezza e del peso di circa 250 tonnellate, sospeso in equilibrio su una sporgenza rocciosa del suolo, caratteristica che fa sì che possa essere fatto oscillare sensibilmente e in modo abbastanza agevole utilizzando un grosso bastone come leva.

Il bosco del Monte Cimino fu abitato fin dall’antichità: vi sono stati trovati, infatti, resti d’insediamenti sia etruschi sia romani e molto vasellame ed armi, tutti oggetti ora custoditi nel museo Pigorini di Roma. Ricerche di carattere archeologico sono ancora in corso nell’area.

Nel 2017 la faggeta del Monte Cimino, unitamente ad altre foreste vetuste italiane, ha ricevuto il riconoscimento UNESCO quale patrimonio dell’umanità per i suoi aspetti naturali legati all’importanza geologica e all’eccezionale bellezza naturale.

All’interno della foresta monumentale è stato ideato e progettato il sentiero Natura “La Foresta Vetusta”, composto da pannelli che svelano al visitatore i segreti di un bosco all’apparenza magico illustrandone l’ecologia, la geologia, la flora, la fauna e la vita degli alberi. Si tratta di un progetto unico in Europa, finalizzato all’educazione ambientale, e per questo ha goduto del cofinanziamento dell’Unione Europea (nell’ambito del programma Docup, Documento unico di programmazione). Il progetto educativo integrato è rivolto innanzitutto alle scuole di diverso livello e grado; di questo progetto fa parte il libro Alla scoperta di una foresta vetusta: la Faggeta di Soriano nel Cimino (di Alessandrini et al., Viterbo 2008), che illustra il sentiero Natura.

Sitografia

http://dspace.unitus.it/bitstream/2067/1355/1/faggeta_cimino.pdf

http://sgi.isprambiente.it/geoportalenews/PDF_geo_itinerari/itinerario-cimini-web.pdf