Floresta – Cerami

Tappa 94: Floresta – Cerami

Info tappa

Data di Partenza: 

Giovedì 24 settembre 2020

Comuni attraversati

Floresta, Bronte, Cesarò, Maniace, Montalbano Eliocona, Raccuja, Randazzo, Roccella Valdemone, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria, Troina, Cerami

Lunghezza percorso: km 69,1

Mappa percorsi settimanali e Sistema delle Aree protette terrestri

SIti Natura 2000

ITA030035

Alta Valle del Fiume Alcantara

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Questo sito interessa l’alto bacino del fiume Alcantara con quote comprese tra i 700 e i 1400 m. Geologicamente l’area è caratterizzata da substrati prevalentemente silicei quali flysch, scisti e gneiss. Il bioclima è compreso tra il mesomediterraneo e suprameditteraneo con ombrotipo compreso tra il subumido inferiore e l’umido inferiore. La parte più elevata dell’area rientra invece nel supratemperato submediterraneo con ombrotipo umido inferiore. Dal punto di vista vegetazionale l’area è caratterizzata da formazioni boschive che ricoprono i versanti della valle e sono rappresentati in basso da querceti caducifogli a Quercus congesta o a Quercus cerris, da querceti sempreverdi a Quercus ilex, mentre nella parte più alta sono diffuse le faggete. In mezzo a questi boschi si rinvengono in modo sparso pascoli mesofili e arbusteti con dominanza di nanofanerofite spinose. Lungo il corso d’acqua si rinvengono lembi di boschi ripariali a salici e pioppi e aspetti di vegetazione igrofila ad elofite e sommersa ad idrofite.

Quality and importance

L’importanza del sito è da attribuire soprattutto al fiume Alcantara con la parte alta del suo bacino. Si tratta infatti di un’ampia valle caratterizzata sia sul fondo che lungo i versanti da formazioni boschive di vario tipo come faggete, cerrete, leccete e quercete decidue. Questi boschi in parte sono abbastanza ben conservati, ma a causa del pascolo e del taglio sono spesso sostituiti da aspetti di degradazione quali pascoli ed arbusteti. Qui si trovano anche diverse entità che nell’area regionale sono rare o ritenute di rilevante interesse fitogeografico.Il sito ospita una interessante erpetofauna, che annovera una cospicua porzione delle specie siciliane, alcune delle quali meritevoli di attente e mirate misure di salvaguardia. Molto ricca ed articolata la fauna invertebrata sia per quanto riguarda le specie dulcaquicole e riparie, che quelle nemorali. Numerosi sono gli endemiti siculi e talora nebrodensi e/o le specie rare e stenotope.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 883/2011

Misure di Conservazione

 

ITA070019

Lago Gurrida e Sciare di S. Venera

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Questa area ubicata nella zona pedemontana del versante nord-occidentale dell’Etna a quote comprese tra 800 e 900 m, è rappresentata da antiche colate laviche che hanno determinato lo sbarramento di alcuni corsi d’acqua provenienti dalla vicina catena dei Nebrodi. Oltre ad estesi campi lavici rocciosi è presente anche una peculiare area umida fra le poche attualmente osservabili nell’area Etnea. Il bioclima è rappresentato essenzialmente dal mesomediterraneo subumido. Gli aspetti vegetazionali più significativi si riscontrano in corrispondenza del lago Gurrida che rappresenta un’area periodicamente impaludata dalle acque provenienti dal fiume Flascio. Si tratta perlopiù di formazioni igrofile sia annuali che perenni. Le associazioni terofitiche sono riferibili agli Isoeto-Nanojuncetea ed hanno la loro massima espressione nel periodo tardo primaverile-estivo; esse ospitano specie particolarmente rare sull’isola, come Sisymbriella dentata, Teucrium divaricatum, Eryngium barrelieri, ecc. Abbastanza diffuse sono le formazioni perenni sia elofitiche, come quelle dei Phragmito-Magnocaricetea, caratterizzate dalla dominanza di Alisma lanceolatum, Eloacaris palustris, Carex otrubae, ecc. che emicriptofitiche a dominanza di varie graminacee e giunchi. Si rinvengono pure aspetti arbustivi a dominanza di salici o di specie spinescenti come bioancospino e il pruno spinoso. I campi lavici sono invece ricoperti in modo discontinuo da praticelli effimeri a microfite e da formazioni emicripto-camefitiche glareicole.

Quality and importance

Si tratta di un sito di notevole interesse naturalistico per la presenza dell’estesa area umida del Lago Gurrida che ospita aspetti vegetazionali molto specializzati, alcuni dei quali sono esclusivi di questa area o hanno qui la loro massima espressione. Significativa è inoltre la presenza di diverse specie endemiche o rare di notevole valore fitogeografico, alcune delle quali menzionate nell’elenco riportato nella sezione 3.3 (D). L’area presenta uno stretta integrazione ed interdipendenza fra gli habitat, che contribuisce a determinare un’elevata eterogeneità ambientale, alla quale fa riscontro la presenza di una ricca e diversificata fauna vertebrata ed invertebrata. Tale eterogeneità rappresenta una delle peculiarità più importanti dell’area e per tale motivo andrebbe strettamente tutelata. Il Lago Gurrida ospita un’avifauna essenzialmente acquatica, ed una ricca e diversificata erpetofauna con specie meritevoli della massima tutela. E’ tuttavia la fauna invertebrata a presentare un’elevatissima diversità di specie endemiche, rare, stenotope e stenoecie legate ai più svariati ambienti: paludicole, ripicole, silvicole, praticole, etc. Si tratta di un patrimonio faunistico che sull’Etna non trova riscontro in nessun altro sito e che per tale ragione deve essere attentamente tutelato, anche in relazione al suo eccezionale valore scientifico e culturale.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 783/2016

Misure di Conservazione

 

ITA070026

Forre laviche del Fiume Simeto Mediterranea

ZSC – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

Il sito ricade sul versante occidentale dell’Etna ed è rappresentato prevalentemente dal letto del fiume Simeto che in alcuni punti forma delle strette forre scavate nelle colate laviche. I substrati oltre alle coltri basaltiche sono costituiti da depositi fluviali di tipo limoso-argilloso. Le quote rientrano fra i 200 e 900 m, mentre il bioclima è compreso tra il termomediterraneo e il mesomediterraneo con ombrotipo secco superiore. Gli aspetti vegetazionali più significativi sono quelli igrofili rappresentati da boscaglie ripariali a varie specie di Salix, come pure da tamariceti ricchi in oleandro. Lungo le sponde del fiume sono presenti aspetti anfibi ad Apium nodiflorum e Nasturtium officinale, e formazioni ad elofite a Phragmites e Typha. Sui costoni rocciosi si rinvengono aspetti di macchia ad Euphorbia dendroides o più raramente piccoli lembi di querceti caducifogli a Quercus virgiliana.

Quality and importance

Questa area presenta un rilevante interesse paesaggistico per la presenza di spettacolari forre laviche modellate dalle acque del Fiume Simeto. Si rinvengono inoltre diverse entità che nell’area regionale sono rare o ritenute di rilevante interesse fitogeografico. Di particolare interesse la fauna invertebrata dulcaquicola con numerose specie endemiche e/o rare, stenotope e stenoecie.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 418/2011

Misure di Conservazione

 

ITA030043 

Monti Nebrodi

ZPS – Regione Biogeografica Mediterranea

Other Site Characteristics

La catena dei Nebrodi occupa una posizione intermedia tra la catena dei Peloritani ed il massiccio delle Madonie, sviluppandosi lungo il versante settentrionale della Sicilia. Si tratta di un’area montuosa con quote che partono dal livello del mare fino a 1950 m in corrispondenza di Monte Soro. Geologicamente l’area è caratterizzata da substrati prevalentemente silicei quali flysch, scisti e gneiss, mentre rari sono gli affioramenti carbonatici mesozoici che hanno la loro massima espressione nelle Rocche del Crasto presso Alcara Li Fusi. Il bioclima è compreso tra il termomediterraneo e suprameditteraneo con ombrotipo compreso tra il subumido inferiore e l’umido inferiore. La parte più elevata dei Nebrodi rientra invece nel supratemperato submediterraneo con ombrotipo umido inferiore. Si distingue un versante settentrionale più umido rivolto verso il Tirreno e uno più xerico meridionale rivolto verso il centro della Sicilia in quanto non è direttamente interessato dalle correnti umide marine. Quest’area viene considerata come il polmone verde della Sicilia in quanto ricca di vegetazione forestale. Le formazioni boschive sono rappresentate da faggete termofile ricche in agrifoglio diffuse al di sopra dei 1300-1400 m. A quote inferiori sono diffusi i boschi di cerro, mentre al di sotto dei 900-1000 m si rinvengono normalmente sugherete, leccete e boschi misti a dominanza di Quercus congesta o talora di Quercus gussonei, e di boschi termofili a Quercus virgiliana. Più localizzati ed in genere rappresentati da piccoli lembi sono i boschi relitti a tasso ed agrifoglio, legati a stazioni altomontane interessate per gran parte dell’anno da un regime di nebbie. Di rilevante interesse sono pure i boschi misti a leccio e a carpino nero che normalmente si localizzano su substrati calcarei e in ambienti di forra. Ben rappresentati sono i prati-pascoli mesofili, diffusi soprattutto nelle superfici più o meno pianeggianti e ricchi in specie endemiche o rare, mentre nei tratti più acclivi e rocciosi si rinvengono bassi cespuglieti orofili. Interessante è pure la vegetazione igrofila che si localizza nelle depressioni umide e attorno ai laghetti montani fra cui in particolare il Biviere di Cesarò, la quale ospita specie di notevole rilievo fitogeografico appartenenti all’elemento eurosiberiano. In particolare le superfici lacustri con acque perenni ospitano aspetti molto peculiari e specializzati ricchi in idrofite sommerse o galleggianti. Altri aspetti vegetazionali rilevanti sono rappresentati dagli habitat rupestri o semirupestri colonizzati da comunità casmofile ricche in endemismi che prediligono le pareti più o meno verticali. Sulle creste e sui versanti rocciosi si localizza spesso una macchia termofila ad Euphorbia dendroides. Gli aspetti di degradazione più diffusi sono i cespuglieti ricchi in specie spinose decidue diffuse soprattutto nelle zone montane, mentre in quelle collinari sono frequenti le lande a cisti ed Erica arborea. Sui substrati calcarei e marnosi prevalgono invece le praterie ad Ampelodesmos mauritanicus. I brecciai ed i letti ciottolosi dei torrenti sono normalmente colonizzati da aspetti pionieri glareicoli a piccoli cespugli. Fra le formazioni igrofile riveste un certo interesse la vegetazione a Petagnaea gussonei, che si localizza in prossimità di sorgenti e lungo i rivoli sempre in condizioni di notevole ombreggiamento. Da segnalare inoltre sono i boschi e le boscaglie ripariali a salici e pioppi.

Quality and importance

I Nebrodi rivestono un grande interesse naturalistico, essi infatti, pur essendo sottoposti ad una forte pressione antropica, rappresentata essenzialmente da attività agrosilvopastorali, conservano ancora ambienti di grande rilevanza naturalistica e paesaggistica. La ricchezza della fauna si manifesta soprattutto nell’ambito dei gruppi animali di piccole dimensioni, che, per la loro abbondanza numerica, sono riusciti, almeno parzialmente, a sfuggire alle distruzioni operate dall’uomo. Non a caso le ricerche scientifiche, alcune delle quali ancora in corso, hanno portato alla scoperta di numerose specie nuove per la scienza, o per la fauna siciliana.Una parte rilevante della fauna dei Nebrodi è rappresentata da specie spinte verso sud dalle ultime glaciazioni, per le quali i boschi montani, le vallate percorse dai torrenti, le sorgenti e gli stagni, costituiscono, nelle attuali condizioni climatiche, gli ultimi rifugi presenti nella nostra isola. Le popolazioni di queste specie, essendo le più meridionali del loro areale di distribuzione, sono spesso caratterizzate rispetto alle popolazioni europee da una sensibile diversità genetica, che risulta di grande interesse per studi sull’evoluzione. In alcuni casi siamo in presenza di specie neoendemiche differenziatesi per isolamento dalla primitiva specie “madre” europea. La presenza di valli, boschi, torrenti, etc. in condizioni di relativa naturalità, garantisce anche la persistenza di un contingente di specie più antiche (paleotirreniche e paleomediterranee), che rappresentano una sorta di memoria storica delle faune esistenti in Sicilia in epoche prequaternarie. Per quanto riguarda i Vertebrati selvatici i Nebrodi costituiscono, ancora oggi, il territorio siciliano che offre le maggiori opportunità di sopravvivenza per numerose specie a rischio di estinzione nella nostra isola tra le quali meritano di essere menzionate il Gatto selvatico, la Martora e molti grandi Rapaci. Si può quindi affermare che i Nebrodi rappresentano senza alcun dubbio il territorio che in modo più significativo ha conservato le testimonianze della storia delle forme viventi sulla nostra isola. La catena dei Nebrodi rappresenta un’area di notevole interesse naturalistico e paesaggistico. Essa rientra in massima parte all’interno del parco dei Nebrodi e risulta caratterizzata dalla presenza di numerose specie rare ed endemiche localizzate soprattutto in habitat nemorali, umidi e nei pascoli. All’interno di questo sito si trovano le formazioni boschive di maggiore estensione e rilievo geobotanico della Sicilia. In particolare sono qui ben rappresentate le faggete, che ricoprono la parte centrale e più elevata della catena montuosa, le cerrete che normalmente stanno a contatto verso l’alto con le faggete e verso il basso con i boschi sempreverdi di sughera e leccio. Un ruolo importante è ricoperto dalle praterie mesofile utilizzate come pascolo estivo dal bestiame (ovini, bovini ed equini) nei quali si localizzano numerose specie endemiche o rare. Quest’area inoltre è ricca di depressioni periodicamente inondate e di ambienti lacustri che incrementano notevolmente la sua biodiversità in quanto ricche di igrofite ed idrofite esclusive di questi habitat estremamente specializzati.

Piano di Gestione/Misure di Conservazione

DDG N. 883/2011

Misure di Conservazione

 

ALTRE AREE PROTETTE

EUAP0226 Parco dei Nebrodi

EUAP0227 Parco dell’Etna