Flora e fauna nei siti: emergenze e minacce
Il percorso
Il percorso nel suo tratto iniziale attraversa la piccola ZSC di Bosco Marzinis, che rappresenta uno degli ultimi lembi di bosco planiziale e golenale nella bassa pianura coltivata; il Sito è rilevante per la presenza di uccelli nidificanti in ambiente boschivo e per alcune specie di fauna tra le quali la Vipera comune (Vipera aspis francisciredi), che ha qui una popolazione di pianura ormai isolata.
Successivamente il percorso attraversa ripetutamente la ZSC Risorgive dello Stella, che comprende un vasto insieme di torbiere basse alcaline (habitat 7230) e rappresenta il più ampio complesso di vegetazione umida di acqua dolce e paludi della Regione. Sono presenti habitat acquatici, cladieti (habitat 7210), praterie igrofile, boschi ripariali, igrofili e planiziali (habitat 91E0*, 91F0). Il Sito ospita numerose specie endemiche a forte rischio di scomparsa. Tra le specie vegetali sono presenti piante endemiche protette a livello Comunitario, rare e localizzate quali Armeria helodes ed Erucastrum palustre. È segnalata la nidificazione dell’Albanella minore (Circus pygargus) nel Sito, che rappresenta anche un’importante zona di svernamento dell’Albanella reale (Circus cyaneus). Sono frequenti la Puzzola (Mustela putorius), la Testuggine palustre (Emys orbicularis), l’Ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), Rana latastei e Triturus carnifex. La Lucertola vivipara (Zootoca vivipara ssp. carniolica) è importante in quanto presente con una popolazione relitta. Molto ricca e varia anche la fauna ittica. È presente il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e fra gli insetti il Cervo volante (Lucanus cervus) e la farfalla Coenonympha oedippus.
Il percorso attraversa numerosi piccoli Siti caratterizzati da ambienti ripariali e planiziali, ormai sempre più rari nella Regione: la prima che si incontra è la ZSC Bosco di Golena del Torreano, che ospita comunità vegetali dei corsi d’acqua a regime torrentizio della bassa pianura friulana; poi la ZSC delle Anse del Fiume Stella con vegetazione ripariale di fiume di risorgiva.
Si incontrano poi tre Siti importanti perché ospitano lembi residui dei boschi planiziali della pianura friulana (vedi BOX): le ZSC Boschi di Muzzana, Bosco Sacile e Bosco Boscat, caratterizzati da boschi planiziali a farnia e carpino bianco, a cui si accompagnano ontano nero e frassino ossifillo nelle aree più umide; i tre Siti hanno anche notevole interesse ornitologico per la presenza di specie nidificanti in ambiente boschivo nella bassa pianura coltivata in prossimità della laguna.
Successivamente si attraversano tre ZSC di palude, situate all’interno di vaste aree di bonifica: la Palude Selvote, le Paludi di Gonarse e le Paludi di Porpetto. La Palude Selvote costituisce uno degli ultimi lembi di torbiera bassa alcalina in cui sopravvivono endemismi come Armeria helodes ed Erucastrum palustre. Sono presenti praterie igrofile a molinia e boschi a salice bianco e pioppo nero. Le Paludi di Gonars conservano resti del paesaggio di risorgiva, con olle circondate da cladieti, lembi di torbiera alcalina, giuncheti, cariceti e piccoli boschetti ad ontano nero, in un contesto dominato da attività agricole intensive e da ittiocoltura. Il Sito delle Paludi di Porpetto è importante per la presenza di habitat paludosi formatisi grazie al fenomeno della risorgenza e di torbiera; di notevole interesse sono le comunità vegetali a falasco (Cladium mariscus), chiamate anche cladieti. Queste tre aree sono siti di rifugio e riproduzione di uccelli come l’Albanella minore e l’Albanella reale. Sono presenti un popolamento ittico piuttosto variegato e varie specie faunistiche protette a livello comunitario come Bombina variegata, Triturus carnifex, Rana latastei, Austropotamobius pallipes.
Le minacce che agiscono in questi ambienti umidi di pianura sono molteplici e comprendono: le modifiche alle condizioni idrologiche (dovute a eccessivi prelievi idrici superficiali e profondi, ad abbassamento delle falde, a deviazioni e canalizzazioni, a drenaggi, ecc.), l’inquinamento delle acque e del suolo dovuto all’uso di pesticidi, diserbanti, fertilizzanti, reflui zootecnici, scarichi non depurati; la rimozione di habitat naturali umidi, di greto o acquatici; la manutenzione e pulizia dei canali e delle reti idriche; l’allevamento di specie esotiche e infine la pressione per pesca (es. ripopolamenti ittici) o attività venatoria.
I Siti attraversati sono stati coinvolti in numerosi progetti LIFE per il ripristino e la gestione degli ecosistemi umidi e inoltre negli ultimi anni sono entrati in vigore i Piani di Gestione che stabiliscono importanti misure di conservazione, dettagliate e specifiche.
Il percorso procede poi verso la costa e attraversa la ZSC e la ZPS della Laguna di Marano e Grado, che rappresenta uno dei maggiori sistemi lagunari d’Italia. Le acque interne, caratterizzate da notevoli variazioni di salinità e temperatura, presentano vaste aree di velme e barene. L’habitat delle Lagune costiere (1150*), esteso su quasi il 47% del Sito, è tutelato a livello prioritario dalla Direttiva 92/43/CE. Le zone emerse e sub-emerse che separano la laguna dal mare sono anch’esse di notevole importanza essendo caratterizzate da vegetazione psammofila (che si insedia su suoli sabbosi) e da vegetazione alofila (che tollera o predilige l’elevata presenza di sali nel suolo). Sono presenti habitat rari ed in pericolo di scomparsa e molte specie di ambienti salmastri e litorali sabbiosi, specie endemiche dell’Adriatico settentrionale, quali la specie vegetale prioritaria Salicornia veneta.
La laguna rappresenta un’area avifaunistica di primario valore internazionale, per la quale complessivamente sono state segnalate più di 300 specie di uccelli, un terzo delle quali nidificanti. A livello nazionale la laguna è uno dei siti più rilevanti per la sosta e lo svernamento degli uccelli acquatici (sino a 100.000-150.000 individui censiti). Molteplici sono le specie la cui consistenza delle popolazioni svernanti rappresenta un elemento di interesse, tra queste si citano: Garzetta (Egretta garzetta), Quattrocchi (Bucephala clangula), Pivieressa (Pluvialis squatarola), Chiurlo maggiore (Numenius arquata), Gabbiano corallino (Larus melanocephalus), Falco di palude (Circus aeruginosus). Inoltre le popolazioni svernanti di Fischione (Anas penelope), Piovanello pancianera (Calidris alpina) e Airone bianco maggiore (Casmerodius albus) rappresentano un elemento di rilievo internazionale poichè la laguna ospita una percentuale rilevante delle intere popolazioni europee di queste specie.
Nella laguna fanno frequente ma irregolare comparsa diverse specie di cetacei, quali il Tursiope (Tursiops truncatus), la Stenella (Stenella coeruleoalba) ed il Grampo (Grampus griseus), che, assieme alla tartaruga Caretta caretta, frequentano queste zone per motivi trofici. La laguna è sito d’elezione per alcune specie ittiche eurialine quali Aphanius fasciatus, Knipowitschia panizzae e Pomatoschistus canestrinii (questi ultimi due endemici dell’Alto Adriatico). Transitano in laguna la Cheppia (Alosa fallax) e l’ormai rarissimo Storione Cobice (Acipenser naccarii).
L’attività dell’uomo, pur rappresentando una fonte di disturbo, non ha compromesso in modo irrimediabile l’eccezionale valore di questi ambienti; inoltre dal marzo 2018 la ZSC si è dotata di Piano di Gestione, nella cui relazione si riportano caratteristiche, minacce e misure di conservazione specifiche.
Il percorso continua sulla costa attraversando la ZSC e ZPS Valle Cavanata e Banco Mula di Muggia, Sito che comprende una ex valle da pesca e da caccia, residuo della porzione orientale della Laguna di Grado, che dopo le bonifiche agricole è stata arginata e dotata di chiuse regolabili comunicanti con il mare aperto. All’interno della valle esistono aree di barena con vegetazione alofila, praterie sommerse a Ruppia maritima, zone palustri ad acqua dolce, piccole aree terrestri a pascolo o boscate, una porzione di spiaggia con vegetazione psammofila. Sui fondali a Cymodocea nodosa del banco della Mula di Muggia vi è la presenza di una densa popolazione del bivalve Pinna nobilis. L’area è riconosciuta di valore internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar e possiede eccezionali potenzialità per la sosta e nidificazione di moltissime specie di avifauna delle zone umide. Sono state infatti segnalate almeno 271 specie di uccelli per il Sito. La gestione naturalistica ed i ripristini ambientali effettuati negli anni, hanno favorito la presenza e la nidificazione di specie di interesse comunitario come Sterna hirundo, Sterna albifrons, Himantopus himantopus, Circus aeruginosus, Charadrius alexandrinus. L’area soggetta a marea rappresenta invece uno dei siti più importanti in Italia per lo svernamento di Numenius arquata, Calidris alpina, Pluvialis squatarola, Limosa lapponica, Anas penelope.
Rimanendo lungo la costa si incontra la ZSC e ZPS Foce dell’Isonzo – Isola della Cona che racchiude il corso inferiore e la foce del Fiume Isonzo. Nel sito sono rappresentati molti habitat prioritari, spesso in uno stato di conservazione non molto buono e specie rilevanti come Salicornia veneta. L’area riveste importanza internazionale come habitat per numerosi uccelli acquatici, quali il Fischione (fino a 25000 individui) ed è di primaria rilevanza per gli uccelli migratori in genere, fra i quali anche molti passeriformi oggetto di studi grazie all’esistenza di una Stazione di inanellamento. Sono state segnalate un totale di 311 specie di avifauna. Le popolazioni di Puzzola (Mustela putorius) in queste zone sono abbastanza floride. Comuni o molto comuni anche la Testuggine palustre europea (Emys orbicularis), Arvicola terrestris italicus, Hyla intermedia. Nelle aree salmastre sono presenti specie ittiche eurialine. Alosa fallax risale ancora l’Isonzo a partire dalla tarda primavera.
La piccola ZSC Cavana di Monfalcone, che si attraversa successivamente, è caratterizzata da un sistema umido di risorgiva in collegamento con le acque marine. Il sito presenta habitat rari e in buono stato di conservazione con alta concentrazione di specie poco diffuse e in pericolo di scomparsa. Nella zona umida si trovano vaste estensioni di cladieti (7210*), canneti d’acqua dolce e semialofili, numerose olle di risorgiva e un interessante reticolo con vegetazione acquatica. L’area si estende fino al mare dove sono presenti alcune zone di barena colonizzate per lo più da giuncheti a Juncus matitimus. Ci sono anche prati umidi con numerose specie di orchidee e ambienti acquatici a Nyphaea alba. Il sito ha ospitato alcune coppie nidificanti di Albanella minore (Circus pygarcus) e di Falco di palude (Circus aeruginosus) e, se sottoposto ad opportuna gestione, possiede alte potenzialità per la presenza di uccelli acquatici e limicoli. Sono presenti numerose specie di interesse comunitario (Emys orbicularis, Hyla intermedia, Podarcis sicula e Natrix tessellata, Rana latastei, Triturus carnifex e Bombina variegata, Lycaena dispar, Maculinea teleius e Coenonympha oedippus, Vertigo angustior, Helix pomatia).
L’ultima Area della Rete Natura 2000 che si incontra è quella della vasta ZSC Carso Triestino e Goriziano (ha 9648), che si sovrappone alla ZPS Aree Carsiche della Venezia Giulia, che è però più estesa (ha 12189). In questi Siti, molto complessi ed estesi, sono presenti numerosi habitat di Interesse comunitario e specie rilevanti. Sono presenti aree carsiche collinari, vallive, rupestri, specchi lacustri carsici, sistemi alofili acquatici e palustri e infine nel tratto costiero falesie calcaree. Tali falesie ospitano habitat delle rupi calcaree con vegetazione casmofitica (habitat 8210) in cui si rinviene il Fiordaliso endemico del Carso (Centaurea kartschiana). Nel Sito vivono numerose specie significative di flora, endemiche, rare o al limite dell’areale, come Moehringia tommasinii, Paeonia officinalis, Genista holopetala e Himantoglossum adriaticum protette a livello comunitario.
Anche la fauna ha elementi di grande pregio in questo territorio del Carso goriziano e triestino. In queste aree si incontrano numerose specie balcaniche, illirico-mediterranee (Carso triestino) ed italiche (Carso goriziano), in una comunità faunistica unica in ambito europeo. Diffuso e localmente piuttosto comune il Proteo (Proteus anguinus), vertebrato di importanza prioritaria, che vive in habitat acquatici sotterranei e che nella zona trova il limite occidentale del suo areale di diffusione naturale. Numerose sono le specie faunistiche importanti segnalate per il sito, tra cui numerose specie di pipistrelli, molti anfibi e rettili ed un corteggio di uccelli davvero notevole (con specie quali Accipiter gentilis, Bubo bubo, Strix uralensis, Otus scops, Dryocopus martius, Monticola solitarius). Inoltre animali di abitudini schive e difficilmente osservabili come lo sciacallo dorato (Canis aureus) o il gatto selvatico (Felis silvestris silvestris) trovano sul Carso un habitat favorevole alle proprie esigenze ecologiche. Analogamente avverrebbe per l’orso (Ursus arctos) se non fosse che il disturbo antropico e l’urbanizzazione discontinua del territorio non ne consentono una frequentazione più assidua. Le falesie costiere triestine sono habitat elettivo per il Dattero di mare (Lithophaga lithophaga).
I Siti ZPS e ZSC del Carso sono attraversati da una rete stradale e ferroviaria e sono contigui a numerosi nuclei abitati; inoltre è intensa la frequentazione per attività ludiche e sportive. Sono state altresì individuate misure di conservazione specie-specifiche ed habitat-specifiche per favorire la conservazione degli importanti ecosistemi che ospitano.
Fonti e sitografia principale utilizzata
La presenze di specie ed habitat all’interno dei Siti della Rete Natura 2000 è tratta dai Formulari standard dei Siti (reperibili su http://www.minambiente.it/pagina/rete-natura-2000). Le tipologie di minaccia presenti nei Siti sono tratte prevalentemente dai Piani di Gestione.
Le specie animali citate sono linkate, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando divesi siti quali http://www.iucn.it/ (IUCN comitato italiano); http://www.iucnredlist.org/ e siti relativi a progetti LIFE realizzati nella Regione.
Le specie vegetali citate sono linkate, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando: http://www.actaplantarum.org e siti relativi a progetti LIFE realizzati nella Regione.
Gli habitat citati sono linkati, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando il sito: http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp e siti relativi a progetti LIFE realizzati nella Regione.
Box informativi

Le tappe del percorso




