I boschi planiziari della pianura friulana
I boschi planiziari della Bassa Friulana sono i resti dell’antica “Silva lupanica”, la grande foresta “dei lupi” che, dopo l’ultima glaciazione, ricopriva l’intera pianura compresa tra i fiumi Livenza e Isonzo. Essa, dopo la colonizzazione romana del II secolo a.C., andò via via riducendosi per lasciare spazio agli insediamenti rurali.
Questi boschi hanno non solo un grande valore storico, ma anche naturalistico, e sono protetti attraverso le tre ZSC Boschi di Muzzana (nel Comune di Muzzana del Turgnano), Bosco Sacile (nel Comune di Carlino) e Bosco Boscat (nel Comune di Castions di strada). Altro lembi si rinvengono ad esempio nei Comuni di Palazzolo dello Stella, Precenicco e Aquileia.
Tra gli alberi la specie dominante è la Farnia, accompagnata dal Carpino bianco e da altre specie che hanno analoghe esigenze ecologiche, come l’Olmo campestre, il Frassino ossifillo, l’Acero campestre e numerose specie arbustive ed erbacee. Il Querceto-Carpineto rappresenta dunque l’associazione forestale climax potenziale di questi ambienti di pianura, ovvero la vegetazione in equilibrio con i fattori ambientali attuali, climatici, edafici e geografici.
In tal senso, l’importante presenza di flora alpina e soprattutto di quella orientale-balcanica li rende differenti dai Querceti-Carpineti della Pianura Padana occidentale, ma molto più simili ad analoghe formazioni slovene. Si è visto infatti che le foreste che si estendono sulle bassure della Sava, in Slavonia, dimostrano un’alta affinità con i Querceti-Carpineti della pianura veneto-friulana. In particolare, per i boschi del settore orientale della Pianura Padana sono state riconosciute affinità vegetazionali con i querceti del bassopiano pannonico, per quelli del settore occidentale con i querceti centro-europei.
Questi boschi sono spesso governati a ceduo matricinato, ma anche oggetto di avviamento ad alto fusto. La completa conversione del ceduo in fustaia, decisamente più in armonia con i dettami della selvicoltura naturalistica, spesso non è realizzabile per l’opposizione delle amministrazioni civiche e della popolazione, fortemente legata al tradizionale taglio del bosco e all’esigenza di legna da ardere, nettamente prevalente rispetto a quella di legname da lavoro.
A conferma del forte attaccamento della popolazione al bosco, ad esempio a Muzzana vige una particolare modalità di conduzione dei lavori di utilizzazione, i quali vengono interamente eseguiti dai residenti che ne fanno richiesta. In quell’occasione, tra gennaio e marzo, il bosco si popola di “boscaioli” che riproducono situazioni agresti altrove scomparse da decenni. La legna viene accatastata in bosco e lì rimane fino a metà estate, quando il terreno perfettamente asciutto ne consente l’esbosco senza causare danni. L’utilizzazione si conclude con una festa collettiva.
Bibliografia e Sitografia
Lupieri A., 2003. Il bosco comunale di Muzzana del Turgnano. Notiziario ERSA 2-3/2003
Sguazzin F., 2008 – I boschi di latifoglie della bassa pianura friulana. Da: I boschi della Bassa Friulana, AA. VV., a cura di G. Bini. Edizioni La Bassa / 72.
https://rivistanatura.com/boschi-di-pianura-la-foresta-in-citta/