La rete ecologica della Puglia

Nella presente scheda viene dapprima illustrata la Rete Ecologica Regionale e, a seguire, le sue declinazioni nei Piani Territoriali di Coordinamento delle Province attraversate dal il percorso ciclistico della 16° settimana, vale a dire Taranto e Lecce.

 

REGIONE PUGLIA

La Regione Puglia promuove e sviluppa la connettività ecologica diffusa sul territorio regionale per mezzo di progetti mirati alla conoscenza e alla fruizione sostenibile dei siti della Rete Ecologica regionale con l’obiettivo di potenziare e ripristinare la funzione di connessione dei corridoi ecologici, di contrastare i processi di frammentazione del territorio e di aumentare la funzionalità ecologica e i livelli di biodiversità del mosaico paesistico regionale.

La Rete Ecologica pugliese, definita dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) (2015) è articolata su due schemi.

Il primo è quello della Rete ecologica della biodiversità (REB), che mette in valore tutti gli elementi di naturalità della fauna, della flora, delle aree protette. Si tratta di un sistema di aree che hanno prevalentemente il ruolo di nodi e aree centrali della rete, formato da:

  • 2 parchi nazionali (Gargano e Alta Murgia);
  • 16 altre aree protette nazionali (Riserve, Zone Ramsar, ecc.);
  • 3 aree marine protette;
  • 18 aree protette regionali;
  • 87 Siti della Rete Natura2000 (di cui 10 ZPS e 77 SIC).

Essa considera quindi non solo le unità ambientali naturali presenti sul territorio regionale ei principali sistemi di naturalità, ma anche le principali linee di connessione ecologiche basate su elementi attuali o potenziali di naturalità (Corridoi fluviali a naturalità diffusa o residuale o ad elevata antropizzazione; corridoi terrestri a naturalità residuale, costieri, discontinui, ciechi; aree tampone (buffer); nuclei naturali isolati).

Il progetto di Rete Ecologica si è misurato con le peculiarità dei sistemi ambientali presenti della regione Puglia:

  1. a) nella Capitanata il progetto è articolato tutelando le core areas principali delle aree boscate e di pascolo; rafforzando fiumi e torrenti come sistema di corridoi ecologici multifunzionali con azioni di rinaturazione, rafforzamento della naturalità rivierasca e con azioni e progetti di mantenimento della continuità dei corridoi. Verso la fascia costiera, si prevede di impedire la saldatura dei centri urbani e delle urbanizzazioni costiere, mitigando l’effetto barriera delle infrastrutture e valorizzando le aree umide oltre ad intervenire sulla riqualificazione della trama agraria per aumentarne la valenza ecologica. La riqualificazione del sistema dei fiumi, torrenti e canali ha la valenza di costituire un miglioramento dell’infrastruttura verde di servizio all’agricoltura, anche dal punto di vista della qualità e quantità del reticolo delle acque superficiali.
  2. b) nella terra di Bari il progetto prevede il rafforzamento dei capisaldi costituiti dalla struttura complessa dei boschi e dei pascoli dell’Alta Murgia avvalendosi delle politiche multifunzionali di rilancio della filiera del pascolo e della struttura agroambientale della Murgia dei trulli; il rafforzamento delle lame nella loro valenza di corsi d’acqua alimentati anche da reflui urbani opportunamente depurati e nelle loro diverse configurazioni, garantendone la continuità ecologica (oltre che idraulica come previsto dalla Carta idrogeomorfologica dell’Autorità di Bacino); l’esaltazione delle valenze ecologiche degli uliveti monumentali; il rafforzamento dei varchi ambientali (agricoli, naturalistici, delle lame, dei canali) verso la costa e il suo sistema naturalistico di cui incrementare la continuità;
  3. c) nel Salento si prevede di rafforzare le deboli funzioni di nodo dei grandi parchi olivetati della depressione dei paludi e delle Serre, garantendo la qualificazione idraulica ed ecologica nonché paesistica del sistema delle voragini carsiche e del loro reticolo connettivo e fruitivo anche attraverso il coinvolgimento attivo dei gruppi speleologici regionali.


Il secondo, Schema direttore della Rete ecologica polivalente (REP), dove la Rete ecologica della biodiversità viene assunta come riferimento per le altre attività progettuali del Piano Paesaggistico (Patto città campagna, Progetti della mobilità dolce, la riqualificazione e la valorizzazione integrata dei paesaggi costieri) acquistando un forte carattere di multifunzionalità.

Fonti

http://paesaggio.regione.puglia.it/PPTR_2015/4_Lo%20scenario%20strategico/4.2_cinque%20progetti%20territoriali%20per%20il%20paesaggio%20regionale.pdf

http://www.sit.puglia.it/portal/portale_rrdt/home_rrdt/VisualizzaPPTRApprovatoPortletWindow?idCat=22&azionelink=dettaglio&action=2#

 

 

PROVINCIA DI TARANTO

Nella provincia di Taranto,  il Piano provinciale, nell’attuare la Rete Ecologica Regionale, è in linea con quanto previsto dal PPTR.

http://www.provincia.taranto.it/accesso-rapido/trasparenza-amministrativa/item/piano-territoriale-coordinamento-provinciale-agg-dic-2010

 

PROVINCIA DI LECCE

Il PTCP della provincia di Lecce di affronta il problema della frammentazione territoriale attraverso un progetto di naturalità diffusa.

Obiettivo del Piano Territoriale di Coordinamento è infatti favorire l’espansione di nuova naturalità a partire dalla salvaguardia di quella esistente, coinvolgendo l’intero territorio inteso come un mosaico ambientale nel quale tutte le componenti (aree agricole, reticolo stradale, insediamenti dispersi, centri urbani e aree della produzione) possano svolgere un ruolo significativo. Per raggiungere questo obiettivo il Piano propone una serie di politiche di diffusione della naturalità intese non solo come un insieme di azioni di salvaguardia dei luoghi e delle aree con le più evidenti qualità ambientali e paesistiche, ma anche e soprattutto come un insieme di azioni volte a consentire che la naturalità, nella sua diversità di forme, possa diffondersi sino ad investire, in tempi medi e lunghi, vaste parti del territorio salentino. Queste azioni non implicano sempre la divisione del territorio in parti concettualmente opposte: quelle ove non è consentita alcuna azione umana (a cominciare dall’edificazione) e quelle invece ove queste azioni (e soprattutto l’edificazione) possono concentrarsi. Ciò che il Piano Territoriale distingue sono piuttosto i diversi processi di diffusione della naturalità. Essi indirizzano le politiche ambientali secondo tre principali linee concettuali e di azione: una diffusione spontanea della vegetazione naturale; una diffusione della vegetazione naturale attraverso interventi progettuali; un allargamento dello stesso modo di intendere la naturalità: dalle forme esclusive e più elettive della natura, a quelle diffuse e con-fuse dell’ambiente rurale (siepi, macchioni, ecc.), ma anche alle stesse specie agricole quando promuovono e sostengono una biodiversità agro-ecologica proveniente dalla incentivazione di cultivar antiche, esclusive e caratteristiche di un particolare ambiente.

Il progetto di diffusione della naturalità è affidato ai concetti di espansione, infiltrazione, percolazione, in analogia alle modalità con cui alcune sostanze attraversano una massa filtrante e in relazione alla diversa permeabilità dei margini tra un habitat e l’altro.

http://www3.provincia.le.it/ptcp/ptcp/docs/documenti.htm