Elementi del paesaggio e aspetti naturalistici
Elementi del paesaggio
Questo secondo percorso in territorio umbro parte in località S. Maria degli Angeli, nella piana antistante il rilievo collinare sul quale sorge Assisi. Dopo aver attraversato la cittadina, il tracciato sale percorrendo le pendici occidentali del Monte Subasio, un rilievo montuoso di natura calcarea caratterizzato da un’ampia superficie sommitale semipianeggiante e da versanti invece piuttosto acclivi. Raggiunta l’Abbazia di San Benedetto, il percorso torna a scendere per raggiungere nuovamente territori pianeggianti, dapprima con direzione NE-SW, poi circa N-S passando per Cannara, fino a Bevagna e poi ancora fino a Spoleto. Questa vasta pianura, circondata da rilievi collinari e montuosi, è stata colmata prima da sedimenti marini pliocenici e poi dai sedimenti alluvionali dei Fiumi principali Chiascio, Ose, Topino, Clitunno e da altri affluenti minori. Questi corsi d’acqua scorrono verso Nord, per confluire tutti nel Fiume Tevere, appunto più a Nord, in località Torgiano. Degne di nota, dal punto di vista idrogeologico sono le sorgenti del Clitunno che il percorso lambisce prima di raggiungere Spoleto. Queste sorgenti sgorgano da rocce carbonatiche e sono alimentate da un importante acquifero carsico (link a box: Le sorgenti del Clitunno).
Nel tratto successivo del percorso, da Spoleto sino a Rieti, il percorso entra e rimane tra le montagne dei rilievi di natura carbonatica che caratterizzano tutta la porzione orientale della regione Umbria, segnando da Nord a Sud dapprima il confine umbro-marchichiano poi quello umbro-laziale. Raggiunta la Valle del Fiume Nera, il percorso piega verso Sud percorrendo il fondovalle, stretto tra i ripidi versanti montani fino a raggiungere il Lago di Piediluco. Da qui, procedendo verso Est, entra in territorio laziale, raggiungendo la Piana di Leonessa e poi, dopo aver salito ed attraversato il gruppo montuoso del Monte Terminillo, ridiscende nella piana di Rieti. Entrambe le Piane, di Leonessa e di Rieti, costituiscono esempi di “Conche intramontane”, aree pianeggianti, depresse rispetto ai rilievi montuosi circostanti, sprofondate per motivi tettonici e riempite da depositi detritici di varia natura. Nell’ultimo tratto del percorso, la Valle del Fiume Salto è caratterizzati dalla presenza, lungo i versanti, di rupi, ripide pareti verticali formate da rocce carbonati che, che in questo tratto imprimono al paesaggio un aspetto aspro e rupestre.
… e aspetti naturalistici
Attraversato l’abitato di Assisi, il percorso sale sulle pendici del Monte Subasio fino all’Eremo delle Carceri, immerso in una delle principali formazioni di leccio ad alto fusto dell’Italia centrale (ZSC Fosso dell’Eremo delle Carceri-Monte Subasio), per lambire poi, in fase di discesa, il confine della ZSC Monte Subasio (sommità), che conserva importanti esempi di praterie pascolate su calcare, habitat di interesse comunitario prioritario. Ridisceso a valle il tracciato si muove in vasti territori pianeggianti intensamente coltivati per tutto il resto della tappa, fino a Spoleto. Percorre dapprima alcuni chilometri in direzione sud-ovest, quindi sud parallelamente al corso del fiume Topino attraversandolo in località Cannara. Si riavvicina al fiume in località Cantalupo e poco dopo entra nella ZSC Fiume Timia (Bevagna – Cannara), sito istituito a tutela dei canneti e della vegetazione acquatica presente lungo gli argini artificiali. In località Marroggia una breve deviazione permette la visita al Fiume Clitunno, la cui sorgente di origine carsica e un tratto del corso d’acqua stesso ospitano comunità vegetali acquatiche di interesse conservazionistico (ZSC Fiume e Fonti del Clitunno). Dopo Spoleto si abbandonano gli estesi paesaggi pianeggianti per raggiungere e percorrere la valle dove scorre il Fiume Nera (ZSC Valnerina), considerato il più significativo dell’Umbria dal punto di vista naturalistico. Sulle sue sponde si rinvengono in buono stato di conservazione le diverse comunità vegetali acquatiche e ripariali tipiche dei corsi d’acqua appenninici, fra le quali due habitat di interesse comunitario: la foresta a galleria di salice e pioppo e la foresta ad ontano e frassino. Nella bassa valle il percorso passa al piede del Monte Solenne (ZSC), che ospita la lecceta più elevata dell’Umbria, ed entra nel sito Bassa Valnerina: Monte Fionchi – Cascata delle Marmore (ZPS), caratterizzato da una elevata biodiversità in termini di flora, comunità vegetali e fauna. La spettacolare cascata, a flusso controllato, è dovuta alla confluenza del fiume Velino nel Nera con un dislivello di circa 160 m articolato in tre salti (ZSC Cascata delle Marmore). Di particolare rilievo la presenza dell’habitat delle sorgenti pietrificanti con formazione di travertino, di interesse comunitario prioritario, considerato l’esempio più importante di questa formazione in Italia centrale. In località Arrone il tracciato piega verso sud-ovest per raggiungere il Lago di Piediluco (ZSC Lago di Piediluco – Monte Caperno; ZPS Lago di Piediluco – Monte Maro), di origine naturale, dove si conservano numerosi habitat umidi e acquatici. Da qui prosegue in direzione nord—est fino a Leonessa attraversando il comprensorio montano di Monte la Pelosa – Colle Fergiara (ZSC), Monti Reatini (ZPS) e Valle Avanzana – Fuscello (ZSC). In questi territori si conserva una grande varietà di habitat prativi e forestali di montagna, fra cui le faggete ad alto fusto, ed una ricca biodiversità floro-faunistica. Da Leonessa si riprende in direzione sud-ovest attraversando il comprensorio dei Monti Reatini e, all’interno di questo, la ZSC Gruppo Monte Terminillo, che ospita varie tipologie di habitat montani di interesse comunitario (link box faggete terminillo), alcuni dei quali prioritari e non frequenti nell’Appennino centrale. Raggiunta Rieti il percorso si insinua nella Valle del Salto in direzione Grotti. Lungo la valle sono localizzate alcune delle 8 aree disgiunte che costituiscono la ZSC Pareti rocciose del Salto e del Turano, istituita per la tutela dell’habitat di Direttiva “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”, poco diffuso nel Lazio, e di una piccola pianta rupicola (Campanula di Rieti) esclusiva di questi territori.
Dati di base
Carta delle Unità fisiografiche dei paesaggi italiani (Carta della Natura alla scala 1:250.000)
ISPRA (2014), Il Sistema Carta della Natura della regione Umbria: cartografia e valutazione degli habitat, serie Rapporti 205 (http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-sistema-carta-della-natura-della-regione-umbria-cartografia-e-valutazione-degli-habitat)
Formulari standard dei siti di interesse comunitario (http://www.minambiente.it/pagina/schede-e-cartografie)
Manuale italiano di interpretazione degli habitat della direttiva 92/43/CEE (http://vnr.unipg.it/habitat/)
Box informativi


Le tappe del percorso




