Flora e fauna nei siti: EMERGENZE E MINACCE

Il percorso

La prima parte del percorso attraversa i valloni tufacei della campagna romana che nella Valle del Cremera e nella Zona del Sorbo conservano habitat fluviali e specie come la salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata). L’area è interessata da numerose minacce, tra cui sovrapascolo, attività selvicolturali a carico delle formazioni boschive e fasce ripariali, rischio di inquinamento delle acque dovuto alla vicinanza di abitazioni ed aziende agricole, riduzioni della portata dei corsi d’acqua, con periodi in cui alcuni tratti dell’alveo possono rimanere asciutti, con possibili ripercussioni sulle specie il cui ciclo biologico è legato all’acqua.

Il percorso attraversa poi il comprensorio dei laghi di Bracciano e Martignano (ZPS e ZSC; link a box Ciclovia due laghi), Siti rilevanti per l’ittiofauna, l’avifauna acquatica e l’elevata ricchezza di uccelli svernanti. La rovella (Rutilus rubilio), specie ittica ancora segnalata per Bracciano, è ormai scomparsa da molti laghi ed in diversi fiumi è presente solo in maniera frammentaria, soprattutto a causa dell’invasione di specie aliene. Le principali minacce nel lago di Bracciano sono rappresentate dall’eliminazione della fascia di elofite e della vegetazione acquatica e ripariale, dall’urbanizzazione discontinua sulle sponde del lago e, appunto, dall’introduzione di specie aliene sia vegetali (come Elodea canadensis), che animali, come ad esempio la nutria (Myocastor coypus), riconosciuta attualmente come specie aliena invasiva di rilevanza nell’Unione Europea. A queste pressioni si aggiungono le alterazioni degli equilibri idrologici (per es., dovute a emungimenti/prelievi eccessivi) e gli effetti a lungo termine delle variazioni globali dei regimi termopluviometrici (per es., innalzamento delle temperature e diminuzione delle precipitazioni).

Il percorso successivamente attraversa il comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate, Sito ZPS molto esteso che abbraccia sistemi collinari subcostieri di estrema importanza naturalistica e fitogeografica, e che ospita significative presenze di tutti i gruppi zoologici. All’interno di questo vasto territorio si attraversa la Macchia di Manziana, estesa cerreta matura di pregio (link a box Macchia di Manziana), importante ecosistema che ospita la tipica fauna forestale di media quota. Si tratta di un raro esempio di bosco a dominanza di cerro (Quercus cerris), farnetto (Q. frainetto) e rovere (Q. petraea), tipico dell’Italia centrale e meridionale. Tale habitat, che si trova al limite settentrionale del suo areale, è da tutelare a livello comunitario (cod. 91M0) ed è ritenuto ad alta priorità di conservazione nel Sito di Manziana. Le pressioni di maggiore entità sono riconducibili ad una gestione non adeguata delle formazioni forestali e delle specie faunistiche associate, ovvero ad azioni quali il disboscamento (taglio raso), la rimozione del sottobosco e di alberi morti e deperienti, il prelievo o collezionismo di animali (insetti, rettili, anfibi). Possono aggiungersi pressioni legate a incendi, riduzione della connettività degli habitat (frammentazione) e pascolo intenso.

Il percorso attraversa anche i Siti del medio e basso corso del fiume Mignone (ZSC), in cui numerosi sono gli habitat a priorità di conservazione alta, come le foreste ripariali di ontani, frassini e salici (91E0*), o le comunità igro-nitrofile presenti lungo i corsi d’acqua mediterranei (3280). Tra le numerose specie da tutelare a livello europeo, ne sono segnalate di Chirotteri e di numerosi altri animali; alcune di queste specie hanno alta priorità di conservazione, come il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), l’ululone appenninico (Bombina pachypus), il ghiozzo di ruscello (Padogobius nigricans) e la libellula Oxygastra curtisii. I principali fattori di minaccia sono riconducibili all’alterazione dei corsi d’acqua e dei regimi idrici (inquinamento, prelievi idrici non controllati, rimozione della vegetazione acquatica), allo sviluppo della viabilità, alla scorretta gestione del pascolo e alla fruizione incontrollata per attività ricreative. Inoltre per alcune specie, sia acquatiche che terrestri, la presenza o la possibile introduzione di specie aliene costituisce un fattore di rischio concreto.

Il percorso interessa poi la Necropoli di Tarquinia, ambiente di origine antropica molto interessante per la fauna ipogea, in particolare per le colonie di Chirotteri di interesse europeo, come il rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros) e maggiore, il miniottero o il vespertilio maggiore (Myotis myotis). Nel Sito sono presenti numerose cavità ipogee che rappresentano potenziali rifugi per questi animali. Le minacce derivano prevalentemente dal disturbo causato dalla fruizione turistica dell’area archeologica e dalla riduzione delle prede per i pipistrelli a causa dell’uso di pesticidi nelle zone agricole limitrofe.

Il percorso procede verso il mare, per poi rientrare lambendo l’alto corso del fiume Marta, ZSC fluviale caratterizzata da specie quali ghiozzo di ruscello, rovella, barbo tibenino (Barbus tyberinus) e cobite (Cobitis bilineata), minacciate dall’inquinamento delle acque e dalle specie aliene. Si giunge poi a Monte Romano (ZSC e ZPS), area in cui sono presenti alcune tipologie di prati aridi tutelati come habitat prioritari a livello europeo (6210* e 6220*) e specie rilevanti come il lupo o il cervone (Elaphe quatuorlineata). In quest’area i principali fattori di minaccia sono legati alla presenza del Poligono militare di Monte Romano, che da un lato ha evitato altre forme di pressione, ma dall’altro, con alcune tipologie di manovre militari, può disturbare habitat e specie; altre minacce sono legate al sovrapascolo (calpestio, erosione, alterazione del corteggio di specie vegetali), a fenomeni di abbandono di forme gestite di pascolo e agli incendi.

L’ultima tappa del percorso arriva al versante nord del Monte Cimino (ZSC, link a box Faggeta Monte Cimino), caratterizzato da estesi querceti, castagneti e da faggete alle quote più elevate. In tale area, le principali minacce sono la scorrette pratiche forestali (per es., la rimozione degli alberi deperienti e della necromassa forestale sono una minaccia per gli insetti xilofagi) e l’uso di pesticidi in agricoltura, che può minacciare sia gli habitat, che le specie, per es. tramite l’inquinamento dei corsi d’acqua, nocivo per specie acquatiche come il gambero di fiume.

Fonti e sitografia utilizzata

La presenza di specie ed habitat all’interno dei Siti della Rete Natura 2000 è tratta dai Formulari standard dei Siti (reperibili su http://www.minambiente.it/pagina/rete-natura-2000) e dalle d.g.r per le misure di conservazione da adottare nei Siti ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE e del d.p.r. n. 357 dell’8 settembre 1997 e s.m.i. Le tipologie di minaccia presenti nei Siti sono tratte prevalentemente dai medesimi d.g.r.

Le specie animali citate sono linkate, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando il sito http://www.iucn.it/ (IUCN, International Union for the Conservation of Nature, comitato italiano) o in alternativa http://www.iucnredlist.org/

Le specie vegetali citate sono linkate, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando il sito http://www.actaplantarum.org

Gli habitat citati sono linkati, per approfondimenti, prevalentemente utilizzando il sito http://vnr.unipg.it/habitat/index.jsp

 

Sitografia di esempio per approfondimenti

http://www.parcobracciano.it/23/siti-di-importanza-comunitaria-(sic).html

http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/protezione_natura/foreste_vetuste_it.pdf

 

Sitografia generale di approfondimento su specie habitat italiani di interese comunitario

http://www.isprambiente.gov.it/public_files/direttiva-habitat/Manuale-140-2016.pdf

http://www.isprambiente.gov.it/public_files/direttiva-habitat/Manuale-141-2016.pdf

http://www.isprambiente.gov.it/public_files/direttiva-habitat/Manuale-142-2016.pdf

http://vnr.unipg.it/habitat/

http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/protezione_natura/manuale_interpretazione_habitat_it.pdf

http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-sull2019applicazione-della-direttiva-147-2009-ce-in-italia-dimensione-distribuzione-e-trend-delle-popolazioni-di-uccelli-2008-2012

http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/rete_natura_2000/rapporto_194_2014.pdf

http://www.minambiente.it/pagina/pubblicazioni-e-banche-dati