Flora e fauna nei siti: EMERGENZE E MINACCE
Il percorso
Il percorso comincia in località S. Maria degli Angeli e, dopo aver attraversato Assisi, sale sulle pendici del Monte Subasio fino all’Eremo francescano delle Carceri. Ci si trova nella ZSC Fosso dell’Eremo delle Carceri, caratterizzata da una profonda incisione valliva con leccete (vedi Box Lecceta del fosso dell’Eremo delle Carceri), querceti e specie in progressiva rarefazione quali il granchio di fiume (Potamon fluviatile fluviatile) e l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), specie poco comune legata alla macchia mediterranea (vedi Piano di gestione per cartografie e misure di conservazione).
Il percorso prosegue lambendo il confine della ZSC Monte Subasio-sommità, territorio che raggiunge i 1.100 metri s.l.m., in cui si possono osservare estese praterie aride a graminacee (habitat prioritario di Festuco-Brometalia 6210*), che rappresentano i migliori esempi di pascoli calcarei alto-collinari e submontani dell’Umbria, in ottimo stato di conservazione. Nel sito sono presenti specie vegetali interessanti ed endemiche e sono segnalate specie faunistiche quali la farfalla Callimorpha quadripunctaria e numerose altre entità di direttiva, oltre alla lepre comune (Lepus europaeus), specie fondamentale per la catena alimentare dell’aquila reale. Le misure di conservazione sono indicate nel Piano di Gestione.
Successivamente il percorso corre verso sud, parallelamente al corso del fiume Topino, attraversandolo in località Cannarae, arrivando poi alla ZSC Fiume Timia (Bevagna-Cannara), sito che interessa un tratto pressoché rettilineo del corso del fiume Timia per la presenza di argini artificiali. Il fiume scorre in una vallata a vocazione agricola (colture annuali e vigneti), priva di aree forestali. Sono però presenti lembi di vegetazione acquatica e comunità igrofile che si sviluppano ai bordi dei corsi d’acqua (habitat 3260 e habitat 6430); per la fauna è segnalato il gatto selvatico, numerose specie di ittiofauna di interesse comunitario e l’usignolo di fiume (Cettia cetti), indicatore di buona qualità della vegetazione ripariale. Cartografie e misure di conservazione nel Piano di Gestione.
Continuando verso sud in località Marroggia una breve deviazione permette di arrivare alla ZSC Fiume e Fonti del Clitunno, di notevole interesse per la presenza nel primo tratto del fiume Clitunno e alle sue sorgenti di uno dei migliori esempi regionali (per ricchezza floristica e stato di conservazione) di vegetazione acquatica; sono segnalati per il sito numerosi habitat umidi e ripariali (3140, 3150, 3260, 6420, 6430, 92A0). Presenza di specie floristiche rare a livello regionale o di particolare significato fitogeografico. Tra la fauna sono segnalati il gambero di fiume, la lampreda di ruscello, la trota mediterranea, la libellula Azzurrina di Mercurio. Cartografie e misure di conservazione nel Piano di Gestione.
Il percorso giunge poi a Spoleto e in prossimità della ZSC Monteluco di Spoleto, sito contraddistinto per la presenza di una estesa lecceta appenninica mista con caducifoglie e con alberi secolari (habitat 9340), tra le meglio conservate e più rappresentative dell’Umbria (Piano di Gestione).
Quindi, piegando verso est si raggiunge la valle del fiume Nera incontrando la ZSC Valnerina, che si estende lungo il corso fluviale. Per un lungo tratto il percorso rimane all’interno della ZSC, seguendo il corso del Nera, considerato il fiume più significativo dell’Umbria dal punto di vista naturalistico. In tale contesto sono osservabili comunità vegetali acquatiche e ripariali ben conservate e tipiche dei corsi d’acqua appenninici, quali le foreste a galleria di salice e pioppo (habitat 92A0), altrove ormai quasi completamente distrutte, le foreste alluvionali ad ontano e frassino (91EO*) e una ricca vegetazione acquatica, favorita dallo scarso inquinamento delle acque. Numerose sono in tale sito le specie di flora e fauna legate agli ambienti acquatici e protette a livello comunitario (Piano di Gestione).
Proseguendo verso sud il percorso entra nella estesa ZPS della Bassa Valnerina: Monte Fionchi – Cascata delle Marmore (ca. 6.372 ha), passando anche al piede della ZSC Monte Solenne (Valnerina) (Piano di gestione). La ZPS della Bassa Valnerina è un sito di grandissimo valore naturalistico ed ambientale per ricchezza di specie ed habitat. Di particolare rilievo la presenza dell’habitat delle sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (habitat 7220*), che include quelle comunità che si sviluppano in prossimità di sorgenti, cascate o pareti con continuo stillicidio, dove la deposizione del carbonato di calcio dà origine alla formazione di sedimenti di travertino che inglobano al loro interno residui vegetali. Sono presenti numerose specie di fauna di interesse comunitario, come la salamandrina dagli occhiali settentrionale, l’ululone appenninico, il lupo, il gatto selvatico, la puzzola e numerose specie di uccelli quali l’aquila reale. Liste e cartografie dei numerosi habitat presenti e misure di conservazione individuate per il sito sono reperibili nel Piano di Gestione.
In località Arrone il tracciato fa una deviazione verso sud-ovest per raggiungere il lago di Piediluco, lago di origine naturale incluso sia all’interno della ZSC Lago di Piediluco-Monte Caperno, che nella ZPS Lago di Piediluco-Monte Maro. Sono osservabili numerosi habitat umidi e acquatici e in un braccio del lago tra le elofite è presente una stazione della rara specie vegetale falasco (Claudium mariscus). Numerose le specie di fauna di interesse conservazionistico: liste, cartografie e misure di conservazione reperibili nel Piano di Gestione.
Da qui si prosegue in direzione nord-est fino a Leonessa, lungo la zona di confine tra Umbria e Lazio, attraversando numerosi Siti della Rete Natura 2000, ed in particolare i comprensori della ZPS Monti Reatini, che abbraccia un vasto territorio montano in buono stato di conservazione e con elevato valore faunistico, zoogeografico e floro-vegetazionale (Piano di gestione), la ZSC Valle Avanzana-Fuscello e la ZSC Monte la Pelosa-Colle Fergiara. In questi territori si può osservare una grande varietà di habitat appenninici sia a prato (6210*) sia a foresta, come le faggete ad alto fusto (9210*) ed una ricca diversità floristica e faunistica. La Valle Avanzana-Fuscello comprende boschi in buono stato di conservazione nella parte alta di una tipica valle centro-appenninica, con siti di riproduzione di Falco peregrinus, Bombina variegata e Salamandrina terdigitata.
Il percorso, nel suo settore laziale, riparte da Leonessa lambendo prima la ZSC Vallone del Rio Fuggio, poi attraversa la ZSC Bosco Vallonina e quindi la ZSC Gruppo Monte Terminillo. Tale tappa è molto ricca di emergenze floristico-vegetazionali e faunistiche tipiche degli ambiti montani dell’Appennino centrale. Sono presenti numerosi habitat di interesse comunitario, alcuni dei quali prioritari e poco frequenti, caratteristiche ad esempio le faggete d’alto fusto (vedi box Faggete a tasso e agrifoglio del monte Terminillo) con comunità ornitiche tipiche del piano montano. In questi contesti la fauna e la flora sono ricche di specie da tutelare e di endemismi.
Da Rieti parte l’ultima tappa che percorre la Valle del Salto fino a Grotti. Lungo la valle si incontrano due ZSC caratterizzate da piccole aree disgiunte: la ZSC Formazioni a Buxus sempervirens del Reatino, contraddistinta dalla presenza di comunità a bosso (Buxus sempervirens) localizzate sui pendii rocciosi (habitat di direttiva 5110) e la ZSC Pareti rocciose del Salto e del Turano, contraddistinta da comunità vegetali rupicole sulle pareti rocciose calcaree (8210), poco diffuse nel Lazio, e dalla presenza della specie rupicola Campanula reatina (campanula di Rieti), specie endemica esclusiva di questo territorio.
Sitografia principale utilizzata
http://www.minambiente.it/pagina/rete-natura-2000
http://www.regione.umbria.it/ambiente/siti-di-importanza-comunitaria-sic
Box informativi


Le tappe del percorso




