Le pietre-cannone dell’Etna
Le pietre-cannone dell’Etna
Introduzione
Lungo le pendici dell’Etna si trovano curiose formazioni rocciose che gli abitanti del luogo chiamano pietre-cannone.
Si tratta di un particolare fenomeno di litificazione dei tronchi degli alberi che si verifica quando una colata lavica molto fluida investe e avvolge una pianta, carbonizzandone il fusto (Fig. 1, A1); mentre la parte dell’albero rimasta fuori dalla colata in genere brucia senza lasciare una traccia, quella inglobata dalla colata viene rivestita da una crosta di lava che lentamente solidifica. Con l’esaurirsi dell’eruzione, la superficie della colata tende ad abbassarsi di livello e il tronco rivestito di crosta sporge dal terreno assumendo un tipico aspetto a tubo di roccia di forma irregolare.
L’altezza del tronco pietrificato indica pertanto lo spessore massimo raggiunto dalla lava in quel punto (Fig. 1, A2).
Questo fenomeno si manifesta esclusivamente lungo i versanti di vulcani che eruttano magmi basici, cioè lave molto fluide e calde, che poi investono zone ricoperte da vegetazione arborea. Queste condizioni si verificano sull’Etna dove lave basaltiche invadono le zone boscose che si trovano al di sotto dei 1800-2000 metri di quota s.l.m.
Man mano che si allontana dal cratere di emissione, la lava si raffredda sempre di più, diventa sempre meno fluida ed aumenta l’altezza del fronte lavico. In queste condizioni, la colata non genera pietre-cannone, ma travolge e distrugge le piante (Fig. 1, B). (Carveni, 2016).
I primi studi e interpretazioni sulle pietre-cannone si devono a Lyman (1848), il quale le osservò all’interno del cratere Kilauea Iki (vulcano Kilauea, Hawaii). Egli descrisse delle colonne di roccia contenenti tracce di carbone, ed ipotizzò che una colata lavica avesse investito una foresta esistente all’interno del cratere.
Nella zona etnea, le pietre-cannone sono state ben descritte soprattutto da Carveni e collaboratori (vedi bibliografia).
Importanza scientifica
Oltre a permettere una stima dello spessore della colata lavica (di solito del primo evento eruttivo), le pietre-cannone forniscono utili indicazioni per la ricostruzione cronologica di eventi eruttivi dei quali non si conosce l’età.
Infatti, i resti vegetali carbonizzati, qualora se ne riesca a riconoscere la specie arborea, possono essere analizzati mediante metodologie di datazione assoluta, come quella del Radiocarbonio (14C), in modo da conoscere l’età della lava che ha investito la pianta.
Gli studi botanici su questi resti carbonizzati, inoltre, possono essere utili per ricostruzioni paleobotaniche e paleoambientali, cioè per definire le caratteristiche dell’ecosistema sui versanti dell’Etna presenti all’epoca dell’eruzione in studio.
Sull’Etna si trovano numerosi esempi di pietre-cannone, tra i quali se ne riportano due raggiungibili in muontain-bike.
Le pietre-cannone di Monte Corvo
Si trovano lungo il versante nord-orientale del monte, sulla sponda di un piccolo affluente di sinistra del Torrente Quarantore, a circa 140 m a NNW del Rifugio della Guardia Forestale “Castrogiovanni”.
Si tratta di tre tronchi d’albero pietrificati, allineati lungo il percorso di una colata lavica, in direzione N 95° E, per una lunghezza complessiva di 12 metri. Quello centrale è ben esposto, gli altri sono in parte sepolti, ma se ne segue perfettamente la morfologia.
La pietra-cannone più sporgente ha una circonferenza di poco inferiore a 3,5 m, un diametro di 50 cm e uno spessore medio della parete di 30 cm. La roccia che forma la struttura si presenta massiccia nella parte più interna, vacuolare in quella esterna, con fenomeni di esfoliazione.
Le pietre-cannone dei Monti Nespole
Lungo il sentiero escursionistico sul versante occidentale dell’Etna, nella radura compresa tra i Monti Nespole e Monte Leporello, si trovano due interessanti pietre-cannone dall’aspetto grossolano di un tubo di roccia, alte rispettivamente 1,30 m e 0,70 m.
La loro presenza dimostra che la zona è stata interessata dal passaggio di una colata lavica, provenente da NE, la quale superava di almeno 1,70 m l’attuale piano campagna.
Osservando la morfologia di questi corpi litici, si desume che la lava che ha investito gli alberi non doveva essere molto fluida, altrimenti le pietre-cannone avrebbero avuto una forma tubolare chiusa. Sono anche evidenti accumuli di scorie sul lato rivolto a monte che fanno pensare ad una repentina diminuzione del tasso di emissione della lava, con un veloce abbassamento del livello della colata (Carveni, 2016).
Bibliografia
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CARVENI P., BENFATTO S. & IMPOSA S. (2009) – “Pietre-cannone” (stone guns): a particular sort of trees fossilization along Mt. Etna volcano slopes. Les “pierres-canon”: une forme particulière de fossilisation des arbres en milieu volcanique. Colloque International de Géomorphologie: Géomorphosites 2009: Imagerie, inventaire, mise en valeur et vulgarisation du patrimoine géomorphologique. Université Paris-Sorbonne, 10 – 11- 12 juin 2009, 45.
CARVENI P., BENFATTO S. & SALLEO PUNTILLO M. (2010a) – Le “pietre-cannone”, una particolare forma di fossilizzazione arborea verificabile sui versanti dei vulcani alimentati da magmi
basici. G. & T., Notiziario n° 4, 15-16.
CARVENI P., MELE G., BENFATTO S., IMPOSA S. & SALLEO PUNTILLO M. (2010b) – Lava trees andtree molds (“Cannon Stones”) at Mt Etna volcano. Cities and Volcanoes 6 Conference, Puerto de la Cruz, Tenerife, Canary Islands, Spain, May 31 – June 4, 2010, 192-193.
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CARVENI P. (2016) – L’Etna e i suoi dintorni: un laboratorio geomorfologico in continuo divenire. Atti del Convegno Nazionale di Turismo Geologico – Nicolosi (CT) 23-24 settembre 2016, 27-32.
http://sgi.isprambiente.it/GeositiWeb/
LYMAN C.S. (1849) – Observations on the “Old Crater” adjoining Kilauea (Hawaii) on the east. Am. J. Scien., 7 (20), 287.
RECLUS E. (1865) – Le Mont Etna et l’éruption de 1865. Rev. Deux Mondes, 58, 110-138.
ROMANO R., LENTINI F., STURIALE C., AMORE C., ATZORI P., CARTER S.R., CRISTOFOLINI R., DI GERONIMO I., DI GRANDE A., DUNCAN A.M., FERRARA V., GHISETTI F., GUEST J.E., HAMILL H., PATANÈ G., PEZZINO A., PUGLISI D., SCHILIRÒ F., TORRE G. & VEZZANI L. (1979) – Carta geologica del Monte Etna, scala 1:50.000, Litogr. Art. Cartogr., Firenze.
SILVESTRI O. (1867) – I fenomeni vulcanici presentati dall’Etna nel 1863-64-65-66 considerati in rapporto alla grande eruzione del 1865. Mem. Acc. Gioenia Sc. Nat., 3 (1), 53-319.

Figura 1. Schema esplicativo della formazione di una pietra-cannone (da Carveni et al., 2009)

Figura 2. Morfologia di una pietra-cannone (da Bullard , 1978 e modificato da Carveni et al., 2009).

Figura 3. Esempio di pietra-cannone sull’Etna (da www.etnanatura.it)

Figura 4. Le pietre-cannone dei Monti Nespole (da Carveni et al., 2009)

Mappa pietre cannone dell’Etna