Macchia di Manziana

Il bosco di Macchia Grande di Manziana rappresenta il residuo di una foresta planiziale di cerro, farnetto e altre latifoglie, testimone nei trascorsi secoli di numerosi avvenimenti e vicissitudini. Le prime informazioni storiche risalgono al IX secolo a. C., periodo in cui l’area in questione era la dimora dei popoli etruschi. Più tardi, durante l’impero romano, la città di Cere attinse alle risorse forestali della Sylvae Mantianae per allestire la flotta per la spedizione contro Cartagine. La formazione della comunità di Manziana ebbe origine in età moderna: i primi coloni furono boscaioli di origine toscana, all’epoca denominati capannari.

I querceti di Macchia Grande rientrano nel Comune di Manziana, in provincia di Roma, e sono di proprietà della locale Università Agraria. La superficie forestale complessivamente consiste in circa 545 ha, su un territorio con morfologia lievemente ondulata, con altitudine compresa tra i 336 e i 357 m s.l.m. Il territorio in esame si estende su un ampio pianoro irregolare prodotto dall’accumulo di materiale generato dall’attività esplosiva dell’apparato vulcanico sabatino in età pleistocenica. Data l’evoluzione dei suoli, le condizioni di fertilità risultano favorevoli a un vigoroso sviluppo del bosco.

La vegetazione di Macchia Grande di Manziana, infatti, è rigogliosa e quanto mai varia per qualità e quantità di specie. Il cerro è la specie che domina incontrastata. A esso si associa il farnetto. Gli strati arborei inferiori sono formati da carpino bianco, acero, agrifoglio e, in minor misura, orniello, ciavardello, sorbo degli uccellatori e olmo. Si riscontrano, inoltre, altre specie che, pur non raggiungendo notevoli dimensioni, assumono un importante ruolo ecologico all’interno del complesso ecosistema: il corniolo, la berretta del prete, la ginestra dei carbonai, il melo selvatico, il nocciolo, il nespolo selvatico e i biancospini, la rosa canina, la dafne e alcune euforbiacee. Il rovo e il pungitopo a tratti costituiscono una fitta copertura che ostacola l’affermazione della rinnovazione delle querce.

Obiettivo specifico prioritario di conservazione e gestione del sito è quello di garantire il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario presenti, quali le foreste di cerro e rovere tra i primi e, tra le seconde, alcuni coleotteri (cerambice delle querce e cervo volante), una libellula (smeralda di fiume), un serpente (cervone) e una tartaruga (testuggine di Hermann).

Sitografia

http://www.agrariamanziana.it/territorio/il-bosco-macchia-grande/

http://dspace.unitus.it/bitstream/2067/567/1/mplutino_tesid.pdf.pdf