Ricetto di Candelo

Ricetto di Candelo

I ricetti (dal latino receptum, rifugio) sono esempi particolari di urbanistica rurale, risalenti al Medioevo. Si tratta di strutture fortificate che gli abitanti dei borghi confinanti usavano come riparo temporaneo dagli attacchi militari. Lo scopo primario della loro costruzione era difendere l’autonomia, appena conquistata, dei Comuni, soprattutto in quei tempi caratterizzati dalle invasioni e dai saccheggi dei popoli guerrieri provenienti dal nord Europa. Invece in tempo di pace i ricetti erano utilizzati come magazzini o come cantine per produrre e conservare il vino
Il centro abitato attuale di Candelo, in provincia di Biella, si trova a circa 340 m sul livello del mare, sull’ampio pianoro che sovrasta l’alveo del torrente Cervo. La grande
crescita demografica e lo sviluppo edilizio del Novecento hanno oggi reso quasi del tutto omogeneo un tessuto insediativo originariamente articolato attorno a diversi nuclei separati.
Il Ricetto di Candelo, risalente all’anno 988, secondo la prima citazione storica, contenuta in un documento di Ottone III, si è conservato in perfetto stato fino ai nostri giorni e occupa una superficie di 13.000 metri quadri, ha una larghezza di 110 m e una lunghezza di 120 m.
Tra i più caratteristici dell’area piemontese, le mura con torri cilindriche, realizzate con ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, ne segnano quasi completamente il perimetro, tranne che per il lato sud dove venne eretto, nel 1819, il Palazzo Comunale. Dal punto di vista strutturale le abitazioni sono molto semplici, così come i materiali utilizzati (dalle pietre ai ciottoli, dal legno ai mattoni a vista), corredate da tetti a spiovente e camini. Questo particolare Ricetto, costituito da edifici chiamati cellule, è circondato da mura con torri cilindriche ai lati ed ha un unico accesso attraverso una torre a forma di parallelepipedo con due aperture, una più grande per i carri ed una più piccola per i pedoni, entrambe chiuse da ponti levatoi.
All’interno dell’area fortificata si trovano circa duecento di queste piccole cellule edilizie a due piani, accorpate senza soluzione di continuità in nove isolati, divisi per lungo da stretti vicoli chiamati riane o quintane, aventi funzioni di scolo delle acque
piovane e di deposito di rifiuti. Le cinque vie interne del Ricetto, orientate est-ovest e disposte parallelamente fra loro, sono invece denominate rue. Tra la cinta muraria e le cellule, originariamente, si trovava uno spazio vuoto denominato via di lizza, oggi visibile solo nel settore orientale.
Le cellule edilizie a due piani fuori terra, sono composte da due vani unici sovrapposti, non comunicanti fra loro. Il piano inferiore o caneva, più umido, al quale si accedeva tramite un portale, veniva utilizzato come cantina per le derrate alimentari ed il vino; la parte superiore o solarium, meno umida, alla quale si accedeva grazie ad una porticina, come deposito delle granaglie o alloggio temporaneo per la popolazione in caso di guerra. In mancanza di scale interne il collegamento tra i due vani avveniva con scale a pioli in legno appoggiate all’esterno, operazione facilitata, in alcuni casi, dalla presenza di balconi lignei, chiamati lobbie.
Nel Ricetto di Candelo troviamo, tra i vari ambienti, un deposito di prodotti vinicoli testimoniato dalla presenza di un grande torchio per la pigiatura delle uve, che serviva all’intera comunità. Una leggenda locale vuole che da una delle torri angolari partisse, in epoca antica, una galleria che conduceva nei pressi del torrente Cervo.
Dal 2001 il Ricetto fa parte del Club dei borghi più belli d’Italia certificato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), e dal 2007 Candelo è Bandiera arancione del Touring Club Italiano.