Riserva naturale statale “Saline di Tarquinia”

La Riserva naturale statale “Saline di Tarquinia”, istituita nel 1980 e gestita dal Corpo forestale dello Stato, è un sito naturalistico di estrema importanza, oltre ad essere l’unica salina del Lazio e una delle poche rimaste lungo tutta la costa italiana, sebbene dal 1997 l’attività di estrazione del sale sia inattiva.

Estesa per circa 150 ettari, di cui 100 di laguna costiera, la riserva accoglie e tutela numerose specie dell’avifauna migratoria e stanziale, tra cui un posto di primo piano spetta ai bellissimi esemplari di fenicotteri rosa, ‘ospiti’ fissi della riserva e principale attrazione per fotografi e birdwatchers.

Per gli ambienti rappresentati e gli uccelli che la frequentano, la salina è riconosciuta tanto come sito d’importanza comunitaria (SIC) che come zona di protezione speciale (ZPS).

La produzione del sale

Il metodo di produzione di sale già in uso nell’antichità consiste nell’evaporazione solare dell’acqua di mare raccolta in grandi bacini artificiali di bassa profondità, solitamente disposti lungo i litorali così da facilitarne il riempimento mediante canali e sistemi di chiuse. Con l’evaporazione naturale si otteneva la concentrazione del cloruro di sodio sotto forma di cristalli. Requisito fondamentale di una salina, oltre alla sua vicinanza al mare, è la posizione su terreno pianeggiante e impermeabile come quello argilloso. Inoltre i luoghi selezionati devono essere in zone poco piovose e con alta irradiazione solare.

La manodopera dell’impianto di Tarquinia, circa 200 persone, era costituita da forzati che provenivano dal vicino carcere di Porto Clementino. Dopo l’unità d’Italia, le Saline di Tarquinia ebbero un incremento produttivo: lo stabilimento fu ampliato e migliorato: vennero create nuove vasche e nacque il borgo visibile oggi con le abitazioni per gli addetti, le strutture di servizio e di pubblica utilità come una scuola. La chiesetta fu edificata nel 1917 dagli stessi ergastolani. Nel dopoguerra l’opificio per la raccolta, l’essicazione, la raffinazione ed il confezionamento del sale, costruito negli anni 30, è stato ristrutturato.

L’area protetta è chiusa e di norma non aperta al pubblico, è però visitabile (soprattutto dalle scuole) nei giorni feriali dietro prenotazione di visite guidate da personale del Comando Unità per la tutela forestale ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, nonché parzialmente aperta al pubblico ogni seconda domenica del mese nel quadro dell’iniziativa “Vivere la Riserva”. Borgo e dune sono liberamente visitabili tutto l’anno.

Borgo delle ex Saline

Il Borgo ottocentesco è costituito da edifici di stile eclettico, una volta utilizzati per ospitare le maestranze e le officine per la lavorazione del sale. Aperto al pubblico e ombreggiato da grandi pini, esercita una particolare suggestione sui visitatori per la sua atmosfera romantica e retrò.

Curiosità: le saline e Pinocchio

Il Borgo delle ex saline è stato utilizzato come set cinematografico per la realizzazione di uno degli episodi de “Le avventure di Pinocchio”, diretto da Luigi Comencini nel 1972. Tra le scene più rappresentative ricordiamo quella in cui Pinocchio si lancia all’inseguimento di Lucignolo che aveva rubato le frittelle a un venditore ambulante, oppure quella in cui Lucignolo scappa da scuola scavalcando un muro, o ancora quando Pinocchio ritrova lungo la strada la Fatina che lo riporta a casa. Ebbene, tutte questa scene sono ambientate tra il vecchio borgo e la strada che costeggia la riserva naturale delle Saline di Tarquinia.