Tarvisio – Prato di Resia
1 Tappa: Tarvisio – Prato di Resia
Il percorso parte dal lago superiore di Fusine, che si trova all’interno della ZSC Conca di Fusine, punto all’estremo nord-est della regione e dell’Italia intera. Percorrendo la ciclabile Alpe Adria, prima nella sua diramazione che dai laghi di Fusine porta a Tarvisio e poi nella sua sede principale, si scende verso sud. All’altezza di Valbruna si abbandona la ciclabile per entrare in paese e proseguire lungo la strada turistica che porta al Rifugio di Malga Saisera: siamo all’interno della ZSC Jof di Montasio e Jof Fuart. Si ripercorre la medesima strada all’indietro fino a riprendere la ciclabile poco prima di Ugovizza. Si prosegue in direzione di Malborghetto dove si sfiora la ZSC Valloni di Rio Bianco e Malborghetto. Si prosegue lungo la ciclabile Alpe Adria fino a Pontebba, che si attraversa su viabilità cittadina. Si riprende la ciclabile e si prosegue in direzione Chiusaforte fino all’abitato di Resiutta. Qui si abbandona la ciclabile per percorrere gli ultimi chilometri su strada provinciale fino all’abitato di Resia, dove, in località Piazza del Tiglio, hanno sede gli uffici del Parco naturale delle Prealpi Giulie. Siamo ai margini della ZSC Prealpi Giulie settentrionali. Lunghezza totale percorso: 77 km, interamente su asfalto.
Autore: FIAB Friuli Venezia Giulia

Mappa percorsi settimanali e Sistema delle Aree protette terrestri
Siti natura 2000
Conca di Fusine
CODICE: IT3320006 Tipologia: ZSC Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito contiene un’importante esempio di laghi di origine glaciale con complessa idrografia ipogea e una delle più importanti e meglio conservate foreste di abete rosso e faggete ad Anemone trifolia con individui spesso notevoli. Sono anche presenti numerosi habitat di alta quota quali praterie e brughiere calcifile, rupi e ghiaioni. Vi è inoltre una elevata concentrazione di specie rare, fra cui l’unica stazione italiana di Festuca vivipara e una delle due uniche segnalazioni italiane di Saxifraga moschata subsp. carniolica. Quest’area alpina è di rilevanza ornitologica nazionale per ricchezza specifica e completezza delle tipiche biocenosi. Le presenze di Dryomys nitedula ssp. intermedius ed Arvicola terrestris scherman sono qui citate per la loro estrema rarità in ambito italiano. Nella zona è inoltre presente una delle tre popolazioni italiane di Lacerta agilis e sono abbastanza frequenti Iberolacerta horvathi, Neomys anomalus, Bombina variegata, Triturus carnifex e Salamandra atra. Ursus arctos e Lynx lynx transitano in questi habitat montano-alpini, ma non vi hanno ancora formato nessuna popolazione. Di importanza nazionale la locale popolazione di Hyla arborea e di Triturus vulgaris vulgaris. In quest’area sono presenti popolazioni di Austropotamobius pallipes, mentre Austropotamobius torrentium risulta presente in alcune adiacenti stazioni del bacino del torrente Slizza. Nelle acque correnti di queste montagne è segnalato Cottus gobio. Fra gli insetti è il caso di menzionare Euplagia quadripunctaria, Somatochlora arctica, Parnassius apollo, Parnassius mnemosyne e Lopinga achine. La presenza di Erebia calcaria nell’area merita particolare attenzione ed è stata accertata la presenza di Helix in tutta l’area. Il popolamento ittico in molti rii è monospecifico a Salmo [trutta] trutta.
Misure di conservazione: DGR n. 2494 del 15/12/2011
Rio del Gambero di torrente
CODICE: IT3320040 Tipologia: pSIC Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito ospita le ultime tre stazioni italiane note della specie Austropotamobius torrentium. Lo stato di conservazione della specie nel Tarvisiano pare nel complesso in lieve miglioramento rispetto alle conoscenze pregresse. Il Gambero di torrente è una specie reofila che vive per lo più in piccoli rii e ruscelli montani in acque fresche e non inquinate. Solitamente questi corsi d’acqua presentano un substrato roccioso con del fogliame sul fondale e sono ricchi di anfratti e nascondigli; scorrono in contesti boschivi caratterizzati dalla presenza di foreste miste dominate da essenze decidue. Nell’area si osserva che la specie non di rado frequenta anche ruscellamenti su praterie aperte. Il sito è interessato anche dalla presenza di alcuni habitat di interesse comunitario fra i quali si citano lembi di faggete neutrofile, pinete a pini endemici (pino rosso e pino nero) e prati da sfalcio. Le azioni di gestione in questo contesto dovranno privilegiare in ogni caso la tutela del Gambero di torrente e del suo habitat.
Misure di conservazione: Attualmente non sito-specifiche – (il Sito è stato proposto con DGR n. 799 del 28/04/2017)
Jof di Montasio e Jof Fuart
CODICE: IT3320010 Tipologia: ZSC Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito racchiude il principale massiccio montuoso delle Alpi Giulie italiane, e sono presenti molti habitat prioritari, sia del piano montano che di quello subalpino. Sono presenti numerosi habitat ecologicamente e fitosociologicamente rilevanti con una particolare ricchezza di tutti gli habitat calcifili montani ed alpini. Vi è un’alta concentrazione di specie rare. Nel sito vi sono abbondanti popolazioni di Campanula zoysii ed è presente anche Cypripedium calceolus. E’ un’area alpina di rilevanza ornitologica nazionale per estensione in rapporto alla ricchezza specifica e completezza delle tipiche biocenosi. La zona tra l’altro si distingue per grosse popolazioni di Iberolacerta horvathi e Salamandra atra, mentre Hyla arborea, Bombina variegata e Triturus carnifex sembrano essere decisamente più rari, per lo più accompagnandosi a Triturus v. vulgaris. Piuttosto comune Martes martes, mentre Ursus arctos e Lynx lynx vi compaiono con una discreta frequenza spazio-temporale. Di recente è stato segnalato anche Felis s. silvestris. Capra ibex e Marmota marmota sono stati reintrodotti dall’uomo e sono localmente abbastanza comuni. Sul versante della Val Dogna è segnalato Austropotamobius pallipes mentre, nelle acque correnti perenni è presente Cottus gobio. La presenza di Erebia calcaria nell’area merita particolare attenzione. Viene segnalata anche Helix pomatia. Le segnalazioni relative ad Austropotamobius torrentium al di fuori del suo areale di distribuzione naturale, costituito dal Bacino Danubiano, sono di dubbio valore sotto il profilo conservazioni stico.
Misure di conservazione: DPReg 212 del 22.09.2017
Valloni di Rio Bianco e di Malborghetto
CODICE:IT3320005 Tipologia: ZSC Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito include numerosi habitat alpini poiché presenta elevata variabilità. Vaste pinete a pino nero sono arroccate sui costoni rupestri e sono rilevanti anche diverse formazioni rupestri e pascoli acidofili. Il sito riveste un’importanza primaria per la conservazione di specie avifaunistiche alpine, qui spesso presenti con densità particolarmente elevate rispetto ad altri siti in Italia. E’ il caso di Tetrao urogallus, Picoides trydactylus, Glaucidium passerinum, ecc. Nella zona sono presenti sia il driomio Dryomys nitedula, sia il moscardino Muscardinus avellanarius. Nell’area è stato segnalato Myotis brandtima le verifiche successive hanno chiarito che in realtà gli esemplari raccolti in questa località devono essere più probabilmente ascritti a M. mystacinus. La zona si distingue inoltre per discrete popolazioni di Salamandra atra, Bombina variegata e Iberolacerta horvathi. Il transito di varie specie di grandi carnivori nell’area protetta è stata più volte accertata. Ursus arctos e Lynx lynx, tuttavia, non vi hanno ancora formato popolazioni stabili. Nella zona è abbastanza comune anche Neomys anomalus. Nelle acque correnti sono presenti popolazioni di Austropotamobius pallipes e di Cottus gobio. La presenza nel sito di Helix pomatia è confermata.
Misure di conservazione: DGR n. 2494 del 15/12/2011
Prealpi Giulie Settentrionali
CODICE: IT3320012 Tipologia: ZSC Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito include sistemi montuosi prealpini di estremo interesse floristico e fitogeografico. Oltre ai numerosi endemismi vi sono le uniche stazioni italiane di Gentiana froelichii ssp. froelichii e alcune fra le pochissime di Thlaspi minimum e di Aurinia petraea. L’altipiano del monte Canin presenta importanti fenomeni di carsismo epigeo ed ipogeo. E’ presente anche Eryngium alpinum e Campanula zoysii. Gli habitat più diffusi sono le faggete, le pinete a pino nero endemico, brughiere calcifile e mughete, pavimenti calcarei alpini, e il vasto sistema di praterie alpine su calcare, ghiaioni (sia termofili che alpini) e rupi. Le attività turistiche e la pressione antropica in generale risultano relativamente limitate, specialmente sui rilievi meridionali dove la morfologia dei versanti è molto aspra. Area prealpina di rilevanza ornitologica nazionale per estensione in rapporto alla ricchezza specifica e completezza delle tipiche biocenosi. La zona si distingue per abbondanti popolazioni di Iberolacerta horvathi e Vipera ammodytes, che in queste zone coabita con il marasso e con l’aspide, mentre Bombina variegata è abbastanza localizzata. Sono inoltre presenti discrete popolazioni di Salamandra atra, Neomys anomalus e Natrix tessellata, mentre Felis s. silvestris può essere considerato localmente abbondante. Nell’area fanno frequenti comparse Ursus arctos e Lynx lynx. Lepus timidus nella zona è ben diffusa. Nelle acque correnti vi sono popolazioni di Austropotamobius pallipes, Cottus gobio e Salmo [trutta] marmoratus. Fra le specie di insetti tutelate a livello comunitario sono presenti i coleotteri Lucanus cervus, Rosalia alpina, Cerambyx cerdo e Morimus funereus. In località Zamlin (Resia) è stato segnalato Austropotamobius torrentium, probabilmente introdotto dal momento che qui si trova al di fuori del suo naturale areale di distribuzione, costituito dal Bacino Danubiano. La presenza di Erebia calcaria nell’area merita particolare attenzione. Helix pomatia è presenze nell’area, mentre Vertigo angustior risulta segnalata solamente ai margini dal sito.
Misure di conservazione: DPReg 211 del 22.09.2017
Alpi Giulie
CODICE:IT3321002 Tipologia: ZPS Regione biografica: Alpina
Qualità e importanza:
Il sito include sistemi montuosi alpini e prealpini di estremo interesse floristico e fitogeografico (oltre ai numerosi endemismi) vi sono le uniche stazioni italiane di Gentiana froelichii. ssp. froelichii., nonchè alcune fra le pochissime di Thlaspi minimum., Aurinia petraea, Saxifraga moschata ssp. carniolica. Molto rilevanti sono le popolazioni di Campanula zoysii e sono anche presenti Eryngium alpinum e Cypripedium calceolus. Il sito è caratterizzato dalla presenza di molti habitat prioritari, sia del piano montano che di quello subalpino. L’altipiano del Monte Canin presenta importanti fenomeni di carsismo epigeo ed ipogeo. Si tratta di un’area alpina e prealpina di grande rilevanza ornitologica per estensione in rapporto alla ricchezza specifica e completezza delle tipiche biocenosi. La zona si distingue per abbondanti popolazioni di Iberolacerta horvathi, Salamandra atra e Vipera ammodytes, che in queste zone coabita con il marasso e con l’aspide. Sono presenti discrete popolazioni di Natrix tessellata, Neomys anomalus e Martes martes, mentre Felis s. silvestris può essere considerato localmente abbondante. Ursus arctos e Lynx lynx (ripresa da fototrappole in Val Uccea) vi compaiono con una discreta frequenza spazio-temporale. Nel sito merita attenzione la presenza di Erebia calcaria. Helix pomatia è presente nell’area, mentre Vertigo angustior risulta segnalata ai margini del sito, nell’Alta valle del T. Torre a Vedronza e Zomeais. Infine merita una precisazione la presenza di Austropotamobius torrentium nei bacini del Torrente Resia e T. Valcalda; infatti queste popolazioni sono al di fuori del Bacino Danubiano, areale di distribuzione naturale della specie, rendendone dubbio il valore sotto il profilo conservazionistico.
Misure di conservazione: DPReg 213 del 22.09.2017